L’attesa cerimonia di premiazione del Premio Roma Birre Preziose 2025 si è svolta a Roma nella suggestiva Sala del Tempio di Vibia Sabina e Adriano della Camera di Commercio. Ideato per valorizzare le birre artigianali di Roma e del Lazio, il concorso ha premiato le eccellenze brassicole regionali premiando i migliori lotti su 90 birre in gara[1]. L’iniziativa, organizzata dalla Camera di Commercio di Roma con le sue Aziende Speciali (Sviluppo e Territorio e Agro Camera) e con il supporto delle associazioni di categoria (tra cui Assobirra e Unionbirrai), si propone di supportare il settore brassicolo locale e incentivare la creatività dei mastri birrai. Il presidente di CCIAA Roma Lorenzo Tagliavanti ha sottolineato come l’evento miri a “stimolare l’estro dei mastri birrai” al fine di competere sui mercati nazionali ed esteri[2]. In questo articolo vedremo nel dettaglio lo svolgimento del concorso, i vincitori per categoria e il metodo di valutazione della giuria, oltre a curiosità legate alle birre premiate e all’impatto sul panorama birrario laziale.
In questo post
- Il concorso e i suoi obiettivi: contesto e finalità
- Numero di partecipanti e categorie: dati di gara
- Le etichette vincitrici: risultati per categoria
- Metodo di valutazione: come sono state giudicate le birre
- Curiosità e note di gara: dettagli originali e nuovi premi
- Conclusioni e impatto territoriale: riflessioni finali
Il concorso e i suoi obiettivi
La Camera di Commercio di Roma, attraverso la sua Azienda Speciale Sviluppo e Territorio, organizza il concorso “Premio Roma Birre Preziose” con lo scopo di valorizzare il settore brassicolo del Lazio[1]. L’iniziativa, giunta alla quinta edizione nel 2025, è stata ideata per valorizzare le migliori birre artigianali prodotte nella capitale e nel Lazio, favorendo la visibilità dei piccoli produttori nei mercati locali e nazionali. Il bando di concorso, aperto a birrifici e beerfirm della regione, intende premiare sia i prodotti storici che le birre innovative, promuovendo la conoscenza delle tipicità locali. Tale iniziativa cade in un momento in cui la birra artigianale italiana sta consolidando la sua posizione, con nuove aperture di microbirrifici e una crescente attenzione anche dell’agroalimentare verso la valorizzazione delle materie prime regionali.
Il Presidente Tagliavanti ha spiegato che con questo premio si vuol «incoraggiare le imprese a intraprendere un percorso di miglioramento costante, stimolando l’estro dei mastri birrai»[2]. In pratica, l’obiettivo è sostenere le startup brassicole e i giovani imprenditori con meno di 41 anni, grazie anche a due premi dedicati proprio all'”imprenditoria giovane” e all'”impresa femminile” tra quelle partecipanti. L’evento di novembre si inquadra tra le iniziative che favoriscono il turismo enogastronomico a Roma, integrandosi con la promozione del Lazio come regione di eccellenza birraria.
Per maggiori dettagli sulla scena dei concorsi birrari in Italia, puoi consultare la nostra guida ai principali competizioni brassicole italiane e internazionali.
Partecipanti e categorie
La competizione del 2025 ha visto 26 imprese partecipanti – tra birrifici e beerfirm – provenienti dalle cinque province del Lazio (due da Frosinone, quattro da Latina, due da Rieti, quindici da Roma, tre da Viterbo)[1]. In totale sono state iscritte 90 birre suddivise in 14 categorie di gara: dalle birre tradizionali (lager e bionde) alle specialità stagionali come le birre natalizie e articolate, fino a temi innovativi come le birre aromatizzate o quelle con ingredienti da filiera corta. Grazie a questa ampia partecipazione, il concorso ha rappresentato una vera e propria vetrina della scena artigianale laziale.
Tra le categorie principali figuravano: “Birre a bassa fermentazione” (lager classiche), “Birre ad alta fermentazione” (Ale e affini), “Birre con ingredienti da filiera corta” (con materie prime locali), “Birre aromatizzate” (con luppoli o spezie particolari), “Birre speciali ed innovative” (cereali alternativi, bassa gradazione o senza glutine), “Birre natalizie e a edizione limitata” e “Miglior birra prodotta da giovane imprenditore” (sotto i 41 anni) o da “impresa femminile”.
Questa suddivisione riflette la varietà di stili prodotti dai microbirrifici laziali e la tendenza a valorizzare ingredienti tipici del territorio (ad esempio agrumi di Latina o castagne della Ciociaria). Il neonato riconoscimento “Birra e turismo” (nonna alla fine) ha premiato un birrificio che ha saputo legare il proprio prodotto alla promozione del territorio tramite iniziative turistiche.
Le etichette vincitrici
Nell’edizione 2025, la giuria ha assegnato premi e menzioni speciali a birre di alta qualità, spesso realizzate con ricette tradizionali ma anche con sperimentazioni d’avanguardia[4]. Di seguito, alcuni dei risultati più rilevanti:
- Birre a bassa fermentazione: primo premio alla “Ziegenbock” del Birrificio Officina del Baccano (Latina)[5]. Si tratta di una lager dorata caratterizzata da un elegante equilibrio maltato e finale leggermente amaro. Il secondo posto è andato alla “Ute” della JJ Brewery (Roma), con una menzione speciale alla “Mira” di Mostoitaliano (Roma).
- Birre ad alta fermentazione: oro a “Holy Haze” del birrificio Barleyway di Roma[6], una American Pale Ale dal profumo fruttato e dal finale morbido. Al secondo posto troviamo “Gelato 41” di Free Lions Beer (Tuscania, VT), anch’essa in stile Pale Ale, seguita da una menzione speciale per “Cimina” di Itineris (Civita Castellana, VT).
- Birre da filiera corta: la categoria dedicata agli ingredienti locali ha visto vincitrice “Mandarine” dell’Ape d’Oro (Aprilia, LT)[7], un’IPA dal retrogusto agrumato con luppoli nostrani. Argento per “Dea” di Eternal City Brewing (Roma) e menzione speciale per “Cashmere” di Mostoitaliano (Roma).
- Birre aromatizzate: “Low K” del Birrificio Sabino (Poggio Mirteto, RI) ha conquistato l’oro con una Belgian Ale speziata al coriandolo[8], mentre l’argento è andato a “Tempura Crunch” di Rebel’s (Roma) e la menzione speciale alla “Fumika” di Oxiana (Roma).
- Birre speciali e innovative: “Extra Life” di JJ Brewery (Roma) si è aggiudicata il primo premio[9]; tra le innovative, va citata la “Braggot” al miele dell’azienda agricola Podere 676 (Fiumicino), che – pur non essendo oro – ha guadagnato visibilità come prodotto originale e tipico dell’etichetta natalizia a edizione limitata (la “Braggot” si è piazzata pari merito seconda dietro “Via della Cornacchia barricata” di Hilltop).
- Premi speciali: il riconoscimento dedicato al giovane imprenditore è stato vinto da “Tempura Crunch” di Rebel’s (Roma)[8], mentre il premio per impresa femminile è andato a “Mandarine” dell’Ape d’Oro (Aprilia, LT)[7]. La “Migliore carta delle birre” è risultata quella di Food Service Srl (Roma), mentre il premio di “confezione migliore” è stato assegnato alla “Madonna Pils” di Free Lions Beer (Tuscania, VT)[10].
- Novità “Birra e turismo”: il premio speciale per l’integrazione tra birrificio e promozione turistica è stato assegnato ad Aimara Sas di Subiaco (RM)[11], per aver creato percorsi enogastronomici associati alla propria birra locale. Questo riconoscimento, introdotto quest’anno, vuole premiare le realtà che investono nell’attrazione turistica del territorio collegata alla cultura birraria.
I risultati mostrano come le birre vincitrici combinino tradizione e innovazione. Ad esempio, il Ziegenbock vincitore è una bassa fermentazione classica ma con ingredienti della filiera laziale, mentre in categoria speciali si è fatta notare la sperimentazione con cereali locali e l’uso di miele (Braggot). Nel complesso, il Lazio si conferma una regione vivace per la birra artigianale: con 34 medaglie conquistate in un concorso internazionale come il Brussels Beer Challenge 2025[12], i nostri birrifici non sfigurano a livello mondiale (si veda il nostro approfondimento sulle prestigiose competizioni brassicole internazionali).
Metodo di valutazione
Tutte le birre in gara sono state valutate con rigore tecnico da una giuria professionale di degustatori. La prova è avvenuta in forma anonima: i campioni venivano serviti codificati, senza indicazioni su birrificio o ricetta, per garantire l’imparzialità. La giuria – presieduta da un Capo Panel esperto – era composta da assaggiatori scelti fra i professionisti iscritti a enti come ONAB e UDB, selezionati in base all’esperienza[13]. Ogni birra doveva raggiungere almeno 75 punti su 100 per entrare in graduatoria[14]. Il laboratorio chimico della Camera di Commercio di Roma ha svolto un ruolo di supporto, verificando pure gli aspetti qualitativi (analisi chimico-merceologiche) dei campioni.
In sintesi, il metodo di degustazione ha previsto una doppia valutazione organolettica e analitica, il che assicura trasparenza e accuratezza. Il rigore di questa procedura è confermato sia dal regolamento (che prevede sessioni organizzate e standardizzate) sia dall’esperienza degli organizzatori. In questo modo, i vini o ingredienti ricercati non ottengono favori ingiustificati: a vincere sono esclusivamente le birre che ben rispondono a parametri tecnici di equilibrio, aroma, gusto e coerenza di stile, come avviene in ogni concorso internazionale di livello (si pensi, per esempio, al Brussels Beer Challenge, noto per la professionalità dei suoi giudizi[15]).
Curiosità e note di gara
La lunga lista di vincitori offre spunti interessanti: – Tra i birrifici emergenti, spiccano pagine di tutto rispetto. Ad esempio, il birrificio Pagus di Roma ha ottenuto ben quattro medaglie in questo concorso (due ori e due altri premi), confermando l’ottimo stato di forma della giovane etichetta romana. Allo stesso modo, Ventitré (BG) ha conquistato due ori in categorie diverse (Oatmeal Stout e Cold IPA) mostrando la varietà dello stile craft italiano. – Il debutto della categoria “Italian Pilsner” (un riconoscimento internazionale dedicato al genere nato in Italia) è stata vinta da “Pivo” del birrificio americano Firestone Walker, ispirata proprio alle tipiche Pils italiane. Dietro di lei si sono piazzate due birre italiane: l'”Italian Pils” di Bandiga (Le Marche) e la “Testa di Malto” di Legnone (Lombardia), entrambe premiate anche in altre categorie[16]. Ciò dimostra la forza di questo stile e la partecipazione attiva dei nostri birrai nelle novità dei concorsi internazionali. – Noel Orange & Cacao di Baladin (CN) ha vinto il prestigioso trofeo “Cronache di Birra” come miglior birra italiana assoluta al BBC 2025[17]: si tratta di una birra natalizia al cacao che consolidava una tradizione pluripremiata nei concorsi europei. Questa birra piemontese ha inoltre conquistato l’oro nella categoria Winter Ales[18]. – Altri ori notevoli includono Los Padres Bock B.E. del Birrificio Estense (in stile Bock e Doppelbock) e Feed Your Mind dell’italiano Sabino (American IPA)[19], evidenziando come gli stili classici (Bock, IPA) trovino interpretazioni di qualità anche nei birrifici nazionali.
Queste curiosità testimoniano la ricchezza del panorama brassicolo italiano: si alternano riferimenti alle tradizioni (anteguerra di session ale belghe, tariffe classiche) con tendenze all’innovazione (IPA estreme, birre alla frutta o senza glutine). L’attenzione del concorso a stili diversi, insieme alla partecipazione di realtà sia storiche che nuove, fa emergere l’idea che ogni birra premiata racconti una storia di territorio e sperimentazione.
Conclusioni e impatto territoriale
Il Premio Roma Birre Preziose 2025 conferma l’importanza del Lazio come fucina di birre di qualità. Grazie a concorsi come questo, ogni azienda brassicola regionale ottiene una vetrina valorizzando le proprie etichette migliori. I numeri parlano chiaro: su 26 imprese partecipanti, ben il 100% ha ricevuto almeno un premio o una menzione, a dimostrazione della diffusione dell’eccellenza regionale[1]. Questo non è solo un riconoscimento di prestigio: i produttori possono utilizzare i premi ottenuti in comunicazioni commerciali e sul mercato, facilitando accordi con ristoranti e distributori, con un beneficio economico per il territorio.
In termini pratici, iniziative come questa hanno una duplice ricaduta positiva. Da un lato, rinforzano la promozione turistica di Roma e del Lazio nel settore enogastronomico: i visitatori colti interessi possono scoprire itinerari che abbinano birra artigianale a cultura locale (dalle visite ai birrifici fino agli abbinamenti con prodotti tipici). Dall’altro, spingono i birrai a investire in ricerca e qualità: il feedback della giuria professionale e l’attenzione mediatica stimolano gli imprenditori a migliorare continuamente i loro processi.
In futuro, il premio potrà diventare un punto di riferimento per l’intero Centro Italia, magari integrandosi con altre iniziative regionali (ad esempio nel turismo o nell’agricoltura, come evidenziato dai partner Coldiretti e CIA coinvolti). Intanto, la quinta edizione ha già lasciato il segno tra le birre romane: con la Camera di Commercio pronta a riconfermare il concorso nel 2026, i mastri birrai sanno di avere un ulteriore traguardo a cui puntare ogni anno. Per approfondire come le birre italiane si comportano nei concorsi internazionali, leggi il nostro articolo sulle caratteristiche e storia delle American IPA.
tl;dr
Il Premio Roma Birre Preziose 2025 ha premiato 90 birre artigianali del Lazio in 14 categorie, con 26 birrifici partecipanti. Tra i vincitori: Ziegenbock (bassa fermentazione), Holy Haze (alta fermentazione), Mandarine (filiera corta) e Low K (aromatizzata). Il concorso valorizza il settore brassicolo locale e promuove il turismo enogastronomico, con tutte le imprese partecipanti che hanno ricevuto almeno un riconoscimento.

Complimenti per l’articolo dettagliato! Sono contento di vedere che il Lazio sta emergendo come regione brassicola di qualità. La Ziegenbock l’ho assaggiata recentemente e merita davvero il primo premio. Qualcuno sa se sarà disponibile anche in bottiglia?
Articolo interessante, ma mi chiedo: queste birre premiate saranno disponibili al pubblico o sono solo per ristoranti e pub? Vorrei assaggiare la Holy Haze ma non riesco a trovarla da nessuna parte. Inoltre, secondo voi qual è la migliore birra artigianale romana per chi è alle prime armi?
@BirraioloAppassionato La Holy Haze la trovi al pub “The Beer Shop” in centro. Per chi è alle prime armi consiglio la “Madonna Pils” della Free Lions Beer, molto equilibrata e facile da bere. Complimenti per l’articolo, molto completo! Mi piacerebbe sapere di più sui criteri di valutazione organolettica.
Finalmente un riconoscimento per le birre laziali! Sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla qualità media. La “Mandarine” dell’Ape d’Oro è eccezionale, con quei sentori agrumati che ricordano le campagne di Aprilia. Peccato solo che molti di questi birrifici non distribuiscano fuori regione. Conoscete portali dove ordinare online?