La birra prima di Roma: radici antiche e contaminazioni
L’Italia non è solo terra di vino. Le prime tracce di birra risalgono al VII secolo a.C., quando i Fenici commerciavano questa bevanda in Sicilia. Gli Etruschi, nel X secolo a.C., consumavano il pevakh, una bevanda fermentata a base di segale, farro e miele. Una scoperta archeologica cruciale avvenne a Pombia (Piemonte): una tomba golasecchiana del 560 a.C. custodiva un bicchiere con residui di birra rossa, probabilmente luppolata, retrodatando la “birra moderna” all’Età del Ferro.
Roma e il disprezzo per la “bevanda barbarica”
I Romani conoscevano la birra (cervisia), ma la consideravano un prodotto inferiore, tipico delle popolazioni germaniche. Plinio il Vecchio e Tacito la descrissero con toni dispregiativi, mentre medici come Aldobrandino da Siena ne sconsigliavano il consumo per i presunti effetti negativi sulla salute. Curiosamente, però, Nerone e Augusto ne erano estimatori. Quest’ultimo attribuì alla birra la guarigione da un mal di fegato.
Il Medioevo: monasteri, miracoli e distribuzioni regali
Nel 476 d.C., con la caduta dell’Impero Romano, la birra tornò in auge grazie alle popolazioni germaniche. San Colombano, monaco irlandese, compì due miracoli legati alla birra a Bobbio. Nel 1494, per le nozze di Bianca Maria Visconti, Ludovico il Moro fece distribuire birra gratuitamente ai milanesi, un gesto che ne consolidò la popolarità nel Nord Italia. Nonostante ciò, la produzione rimase limitata a piccoli laboratori, mentre le birre di qualità venivano importate dall’Austria.
La svolta ottocentesca: birrifici, leggi e luppolo italiano
L’Ottocento segnò la nascita della birra industriale italiana:
- 1789: Giovanni Baldassarre Ketter fondò il primo birrificio a Nizza Monferrato (allora italiana).
- 1840: Apre il birrificio Spluga di Chiavenna, seguito da Wührer a Brescia (1829) e Peroni a Vigevano (1846).
- 1847: Il forlivese Gaetano Pasqui iniziò la coltivazione del luppolo, rivoluzionando la filiera.
Nel 1890, grazie all’influenza austriaca e all’abbondanza di acque sorgive, si contavano 140 birrifici, soprattutto al Nord. La prima malteria italiana sorse ad Avezzano.
Il Novecento: guerre, tasse e declino
La Legge Marescalchi (1927) impose l’uso del 15% di riso nella produzione e aumentò le tasse sulla birra per favorire il vino. Il consumo crollò da 1.569.000 hl (1925) a 500.000 hl (1930). Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la birra riconquistò spazio: nel 1964 il consumo pro capite raggiunse gli 8,41 litri, per arrivare a 20,77 litri nel 1983.
La rinascita artigianale: 1996, l’anno della rivoluzione
Gli anni ’90 cambiarono tutto. Nel 1995, una legge legalizzò la produzione casalinga di birra. Nel 1996 nacquero sei microbirrifici pionieri:
- Birrificio Italiano (Lurago Marinone)
- Birrificio Lambrate (Milano)
- Baladin (Piozzo, CN)
- Beba (Villar Perosa, TO)
- Mastro Birraio (Padova)
- Turbacci (Mentana, RM).
Un caso isolato aveva anticipato i tempi: nel 1985, Peppino Esposito aprì lo St. Josef’s a Sorrento, ma chiuse presto per mancanza di mercato.
La birra artigianale oggi: numeri, stili e riconoscimenti
Dal 1996 a oggi, il settore è esploso:
- 700 birrifici attivi e 300 beer firm (marche senza impianto).
- Consumo pro capite: da 28,6 litri (2010) a 35 litri (2022).
- Produzione artigianale: 200.000 hl/anno (1,5% del totale nazionale).
Innovazioni italiane riconosciute a livello globale
- Italian Grape Ale (IGA): Birre con uva o mosto, riconosciute dal BJCP nel 2015. Un ponte tra mondo brassicolo ed enologico.
- Birra alle castagne: Oltre 30 produttori italiani usano castagne essiccate, affumicate o in miele, creando uno stile unico.
Le sfide future: identità, qualità e sostenibilità
Nonostante la crescita, restano criticità:
- Basso consumo rispetto alla media europea.
- Standard qualitativi disomogenei tra i microbirrifici.
- Competizione con i colossi internazionali (Heineken, Asahi, Carlsberg).
La Legge 154/2016 ha dato una definizione chiara di “birra artigianale”: prodotta da piccoli birrifici indipendenti (<200.000 hl/anno), non pastorizzata né microfiltata.
Conclusione: un futuro radioso per la birra italiana
La storia della birra in Italia è un viaggio di resilienza e creatività. Dalle tombe golasecchiane ai birrifici innovativi come Baladin e Lambrate, il Paese ha dimostrato di poter competere a livello globale. Oggi, con una scena artigianale vivace e in continua evoluzione, l’Italia non è più solo la terra del vino, ma un crocevia brassicolo dove tradizione e sperimentazione convivono.
Per scoprire le migliori birre artigianali italiane, visita il nostro shop online di birra artigianale. Se vuoi approfondire la storia della birra romana, leggi il nostro articolo sulla birra artigianale romana.
Fonti esterne:
- Per una panoramica storica dettagliata, consulta l’Oxford Companion to Beer.
- Dati aggiornati sul mercato brassicolo italiano su AssoBirra.
Non sapevo della birra etrusca! Articolo molto interessante, soprattutto la parte sulla rinascita degli anni ’90.
Bellissimo viaggio nella storia! Mi ha fatto venir voglia di provare una Italian Grape Ale.
Articolo super dettagliato! La parte sui microbirrifici pionieri mi ha incuriosito, visiterò Baladin presto!