Qual è la lager artigianale italiana più premiata? La guida definitiva alle lager craft di successo

Le lager artigianali non sono soltanto un’alternativa alle popolari pils industriali: negli ultimi anni i birrifici italiani hanno dimostrato che anche una bassa fermentazione può essere raffinata, sperimentale e capace di conquistare medaglie prestigiose. Molti consumatori associano la lager artigianale italiana a produzioni più fresche e leggere rispetto ad altre birre craft, ma il panorama attuale è molto più vario. In questo articolo esploriamo quale sia la lager artigianale italiana più premiata, analizziamo le competizioni che hanno determinato questo risultato e raccontiamo le storie dietro ai premi.

La nostra analisi include anche una panoramica su altre lager di spicco premiate nelle stesse manifestazioni, consigli pratici per degustare queste birre e risposte alle domande più frequenti. Ci rivolgiamo sia agli appassionati che ai curiosi che desiderano scoprire l’evoluzione della lager in Italia e capire come si è arrivati a livelli di eccellenza riconosciuti a livello internazionale.

La rinascita della lager artigianale: un nuovo scenario italiano

Per anni la parola lager evocava nell’immaginario comune prodotti industriali, pasteurizzati e privi di personalità. Il movimento della birra artigianale italiana, nato negli anni Novanta, si è concentrato inizialmente su stili ad alta fermentazione per marcare una distanza netta dal mondo delle lager commerciali. Negli ultimi anni, però, diversi birrifici indipendenti hanno intrapreso una “rinascita della lager”, reinterpretando stili tradizionali come pils, helles, kellerbier e cream lager con materie prime di qualità e tecniche moderne. Questo slancio ha portato la lager artigianale a ottenere riconoscimenti internazionali e a diventare un ponte tra il pubblico generalista e gli appassionati.

I primi passi della lager craft

Per comprendere come si sia arrivati all’odierna lager artigianale italiana più premiata, bisogna ripercorrere la storia recente. Nei primi anni Duemila il focus dei birrifici italiani verteva su birre belghe, Ipa e sperimentazioni con ingredienti locali. La scelta non era casuale: realizzare una lager perfetta richiede fermentazioni a bassa temperatura, controlli rigorosi e un’attenzione maniacale alle materie prime. Solo quando i birrifici hanno acquisito esperienza nella gestione della fermentazione e del controllo microbiologico – temi approfonditi nella nostra guida sulle analisi microbiologiche essenziali – alcuni produttori hanno iniziato a cimentarsi con stili a bassa fermentazione.

Il cambiamento è arrivato grazie all’introduzione di pratiche avanzate come la micro‑ossigenazione e l’attenzione all’acqua. Tecniche come la micro‑ossigenazione, discusse nel nostro articolo sulle tecniche di maturazione avanzate, permettono di affinare il profilo aromatico durante la maturazione, mentre la scelta dell’acqua corretta per il tipo di lager – tema trattato nella guida su acqua e caratteristiche birrarie – definisce la percezione di corpo e morbidezza. Anche il controllo del trub e whirlpool, necessario per ottenere birre limpide, è fondamentale: lo abbiamo spiegato nell’articolo sulle tecniche per limpidezza ottimale.

Trend globali e impatto sui birrifici italiani

L’interesse per le lager artigianali non è solo un fenomeno italiano. Negli Stati Uniti la new wave delle “craft lager” ha incoraggiato diversi birrifici europei a reinterpretare i classici. Nel nostro Paese la spinta verso prodotti a bassa fermentazione di qualità è stata favorita dalla maturazione del mercato: dopo anni di predominio di ale e ipa, i consumatori cercavano qualcosa di più equilibrato e conviviale. I birrifici artigianali hanno colto l’opportunità, mettendo in campo know‑how e investimenti per creare lager che potessero competere con i migliori esempi tedeschi o cechi.

Non va dimenticato che la lager è uno stile che richiede un ciclo produttivo più lungo rispetto alle ale: lagerizzare implica mantenere la birra a temperature controllate per diverse settimane, aumentando i costi e la complessità. In questo contesto, l’importanza della filtrazione per ottenere limpidezza e stabilità è centrale; per approfondire consultate la nostra guida sulla filtrazione e impatto sul gusto.

Le competizioni e i premi che contano

Per valutare quale sia la lager artigianale italiana più premiata, è necessario considerare le principali competizioni del settore. Due eventi in particolare hanno grande rilevanza a livello internazionale e nazionale: il European Beer Star e il concorso Birra dell’Anno organizzato da Unionbirrai. Entrambi premiano birre suddivise per categorie stilistiche e assegnano medaglie d’oro, argento e bronzo, fungendo da punto di riferimento per consumatori e addetti ai lavori.

European Beer Star: prestigio e rigore

Il European Beer Star (EBS) è una competizione annuale organizzata a Monaco di Baviera che valuta birre provenienti da tutto il mondo. Nel 2025 i birrifici italiani hanno ottenuto 37 medaglie, segno dell’elevato livello raggiunto dal movimento craft nazionale. Nella categoria New‑Style Lager, la giuria ha premiato con l’oro la birra SLO MO del birrificio 50&50, con l’argento Luppululà del Birrificio Manerba e con il bronzo Sugaman di Giustospirito (lista vincitori EBS 2025). La vittoria di SLO MO in una categoria così competitiva è stata sottolineata da diversi media del settore: Pinta Medicea ha riportato che 50&50 ha ottenuto cinque medaglie, incluse due d’oro con SLO MO e OX&DONKEY (articolo Pinta Medicea), mentre NonSoloBirra ha descritto questa lager come “moderna e raffinata”, capace di dominare la competizione (articolo NonSoloBirra).

La credibilità del European Beer Star deriva dal numero di birre partecipanti e dalla competenza della giuria. Oltre 2.000 birre vengono valutate alla cieca da esperti internazionali, che analizzano aspetto, aroma, gusto e tipicità stilistica. I risultati vengono pubblicati sul sito ufficiale della competizione, dove è possibile consultare la lista dei vincitori. Per maggiori dettagli sulle categorie e sui criteri di giudizio, è possibile visitare il sito ufficiale European Beer Star.

Birra dell’Anno: la voce del movimento craft italiano

Parallelamente alla competizione europea, Birra dell’Anno rappresenta l’evento di riferimento per i birrifici italiani. Organizzata da Unionbirrai, l’edizione 2025 ha visto più di 2.000 birre in concorso e ha decretato 50&50 Birrificio dell’Anno grazie alle numerose medaglie conquistate (articolo Beverfood). Le categorie dedicate alle lager hanno evidenziato la crescita qualitativa del comparto: nella categoria “Pils” (categoria 1) la birra Manbassa di 50&50 ha conquistato il terzo posto, mentre la categoria “Italian Pilsner” (categoria 2) ha visto trionfare 405040 del Birrificio Rurale.

Le competizioni non hanno soltanto un valore simbolico; influenzano la percezione del pubblico e spesso determinano l’evoluzione dei birrifici. Vincere un premio internazionale può spingere un birrificio ad ampliare la produzione di una birra specifica o a investire in nuove attrezzature. Inoltre le medaglie fungono da garanzia per i consumatori che cercano qualità certificata.

SLO MO: la lager artigianale italiana più premiata

Tra le tante lager premiate, SLO MO del birrificio 50&50 si è affermata come la lager artigianale italiana più premiata. Prodotta a Varese, questa birra a bassa fermentazione è definita “New‑Style Lager” o American Lager per la scelta degli ingredienti. Secondo la scheda di Whatabeer, SLO MO utilizza luppoli neozelandesi Nelson Sauvin e Krush, che regalano un profilo aromatico caratterizzato da note cereali e accenni di erba appena tagliata e fiori (scheda Whatabeer). La birra ha un grado alcolico del 5 % e presenta un corpo secco con finale pulito; questa asciuttezza ne facilita la bevibilità e la rende adatta sia come aperitivo sia come birra da pasto.

Cosa rende unica SLO MO

L’originalità di SLO MO risiede nella capacità di coniugare tradizione e modernità. Il termine “New‑Style Lager” indica una reinterpretazione dell’American Lager tradizionale con l’uso di luppoli aromatici e fermentazioni precise. La base maltata è leggera, mentre l’amaro è equilibrato; l’impiego di luppoli neozelandesi conferisce sentori di uva spina e frutta tropicale, bilanciati da un accenno di fiori bianchi. Questa complessità aromatica è rara nelle lager, solitamente più neutre.

Dal punto di vista tecnico, la birra è prodotta con un lievito lager che fermenta a bassa temperatura e garantisce una pulizia gustativa senza off‑flavours. Il mantenimento di un profilo limpido richiede la corretta gestione della filtrazione e del whirlpool, aspetti che abbiamo discusso nel nostro articolo su birre limpide e tecniche associate. La birra viene poi lagerizzata per alcune settimane, permettendo ai sapori di amalgamarsi e maturare.

I riconoscimenti ottenuti

Oltre alla medaglia d’oro al European Beer Star 2025, SLO MO ha raccolto riconoscimenti anche a livello nazionale. La sua qualità è stata ulteriormente confermata da NonSoloBirra e Pinta Medicea, che l’hanno definita una lager capace di “dominare la competizione” e hanno sottolineato come 50&50 abbia portato a casa ben cinque medaglie al concorso europeo. Il successo di questa birra non è isolato: 50&50 è stato nominato Birrificio dell’Anno 2025 da Unionbirrai, segno che l’attenzione alla qualità permea tutte le loro produzioni.

Abbinamenti consigliati e degustazione

Grazie al corpo secco e all’aroma fruttato, SLO MO si presta a numerosi abbinamenti gastronomici. Ottima con piatti di pesce crudo come sashimi e carpacci, offre un contrasto interessante con carni bianche e insalate di stagione. Il finale pulito aiuta a detergere il palato, rendendola adatta anche per accompagnare formaggi a pasta morbida. Per apprezzarla al meglio si consiglia di servirla a 6-8 °C in un bicchiere a tulipano o in un nonic glass, che ne concentrano gli aromi. Ricordiamo l’importanza di una corretta carbonazione e, per chi produce in casa, della scelta tra carbonazione forzata e naturale; approfondiamo questo argomento nella nostra guida sulla carbonazione e ruolo del CO2.

Altre lager artigianali italiane da conoscere

Sebbene SLO MO abbia catalizzato l’attenzione grazie all’oro europeo, il panorama italiano offre altre lager artigianali premiate che meritano di essere citate. Questa sezione presenta alcune etichette che hanno ottenuto medaglie nelle competizioni menzionate o che hanno acquisito un seguito di appassionati.

Luppululà (Birrificio Manerba)

Seconda classificata al European Beer Star 2025 nella categoria New‑Style Lager, Luppululà è una birra che coniuga la tradizione delle pils tedesche con un tocco italiano. La base è costituita da malto Pilsner di qualità, mentre il luppolo scelto conferisce note erbacee e floreali. Il risultato è una birra equilibrata con un amaro deciso ma non invasivo, ideale per chi apprezza le pils classiche ma vuole qualcosa di più aromatico.

Sugaman (Giustospirito)

Bronzo nella stessa categoria di SLO MO, Sugaman è definita dall’uso sapiente di luppoli americani e neozelandesi. Il colore dorato brillante e l’aroma di frutta tropicale la rendono irresistibile, mentre il finale morbido la rende facilmente bevibile. Questo birrificio emiliano ha saputo reinterpretare lo stile lager con una personalità distintiva.

405040 (Birrificio Rurale)

Vincitrice della categoria “Italian Pilsner” al concorso Birra dell’Anno 2025, 405040 prende il nome dalla sua luppolatura in grado di esprimere sentori erbacei e un leggero tocco agrumato. Questa birra si ispira alla tradizione ceca ma incorpora luppoli italiani, dimostrando che la creatività locale può portare a risultati eccellenti. La sua limpidezza e la schiuma cremosa sono frutto di una filtrazione accurata, come spiegato nel nostro articolo sulle tecniche di filtrazione.

Manbassa (50&50)

Altrettanto rilevante è Manbassa, lager che ha conquistato il terzo posto nella categoria Pils al concorso Birra dell’Anno. Prodotta dallo stesso birrificio di SLO MO, Manbassa ha un profilo più maltato con un amaro elegante. Il successo di questa birra conferma la versatilità e la competenza di 50&50 nella produzione di lager di qualità.

Altri esempi emergenti

Sebbene non abbiano ancora vinto medaglie, altri birrifici italiani stanno sperimentando lager innovative. Alcune di queste utilizzano luppoli europei emergenti di cui parliamo nella nostra panoramica sui luppoli e terpeni, mentre altri sperimentano con cereali alternativi e adjuncts non convenzionali. Per esempio, birre che impiegano orzo non maltato, riso o mais locale danno vita a profili nuovi che definiscono un’identità tutta italiana. Le tecniche di produzione sono spesso documentate nei nostri articoli sugli adjuncts e proteine del malto e sull’uso dello zucchero in birrificazione.

Come degustare una lager artigianale premiata

La degustazione di una lager artigianale premiata richiede attenzione a dettagli spesso trascurati quando si consuma una lager industriale. Lo stile si basa sulla delicatezza degli aromi e sulla pulizia gustativa, per cui ogni variazione di temperatura o eccesso di ossidazione può compromettere l’esperienza. Di seguito alcuni consigli per esaltare la degustazione.

Preparare il bicchiere e la temperatura

La temperatura di servizio è fondamentale: le lager artigianali, soprattutto quelle più aromatiche come SLO MO, danno il meglio tra 6 e 8 °C. Prima di versare la birra, assicuratevi che il bicchiere sia pulito e leggermente bagnato per favorire la formazione della schiuma. I bicchieri tulipano o nonic sono ideali perché consentono di valutare l’aspetto e trattenere gli aromi. Se siete interessati alle tecniche di servizio professionale, consultate la nostra guida su bicchieri e forme tradizionali che offre spunti sulla gestione della schiuma.

Osservazione, olfatto e gusto

La degustazione inizia con gli occhi: osservate il colore, la limpidezza e la schiuma. Una lager artigianale ben fatta si presenta limpida, con una schiuma compatta e persistente. Passate poi all’olfatto; avvicinate il bicchiere e inspirate brevemente. Cercate note di cereale, pane, miele, fiori o erba a seconda del tipo di luppolo. Infine assaggiate piccoli sorsi: lasciate che la birra scorra lungo la lingua per percepire il bilanciamento tra dolcezza del malto e amaro del luppolo. L’articolo sui polifenoli e tannini aiuta a comprendere come gestire l’amaro vegetale durante l’assaggio.

Abbinamenti culinari e conservazione

Molte lager artigianali si abbinano bene a piatti semplici come insalate, formaggi freschi, carpacci di pesce e carni bianche. Per le versioni più aromatiche e hoppy, potete sperimentare con pizze gourmet o fritti leggeri. Per mantenere la birra nella migliore condizione, conservatela in frigorifero lontano dalla luce e consumatela entro la data consigliata. Il nostro articolo sulla conservazione e shelf life spiega perché la lager artigianale deve essere consumata fresca per apprezzarne pienamente gli aromi.

FAQ e curiosità sulle lager artigianali italiane

In questa sezione rispondiamo ad alcune domande frequenti sulle lager artigianali, utili per approfondire la conoscenza di queste birre.

Qual è la differenza tra lager artigianale e lager industriale?

La lager artigianale si distingue per l’attenzione alle materie prime e ai processi di fermentazione e maturazione. Viene prodotta in piccoli lotti, con lieviti selezionati e luppoli di qualità. Al contrario, molte lager industriali adottano processi accelerati e ingredienti economici che garantiscono uniformità ma sacrificano complessità e freschezza. L’articolo su controlli microbiologici spiega come i birrifici artigianali monitorano la qualità.

Le lager artigianali sono sempre chiare e limpide?

La maggior parte delle lager artigianali punta alla limpidezza, ma esistono eccezioni come le Kellerbier o le Zwickel, volutamente non filtrate e leggermente torbide. La limpidezza dipende dai processi di sedimentazione e filtrazione. Se siete curiosi di conoscere le differenze tra filtrazione naturale e filtrazione con supporto, leggete il nostro approfondimento sulla filtrazione della birra.

Esistono lager artigianali italiane senza glutine?

Alcuni birrifici sperimentano lager senza glutine utilizzando malti deglutinati o cereali alternativi come il riso. Benché siano meno diffuse delle ale senza glutine, stanno emergendo esempi interessanti. Per una panoramica sulle birre gluten free vi rimandiamo al nostro articolo sulle birre craft senza glutine, che include consigli su stili e ingredienti alternativi.

Come si conservano correttamente le lager artigianali?

È importante conservare le lager artigianali al fresco e al buio, idealmente in frigorifero. Evitate sbalzi di temperatura e consumatele entro pochi mesi dall’imbottigliamento. Molte etichette riportano la data di confezionamento; preferite le birre più fresche. Se desiderate approfondire la pianificazione delle produzioni e il calendario stagionale per mantenere sempre una birra fresca a disposizione, consultate la nostra guida su conservazione e stagionalità.

Conclusioni: perché la lager artigianale italiana merita attenzione

L’esplosione di medaglie nelle competizioni internazionali dimostra che la lager artigianale italiana non è più la parente povera del movimento craft, ma un segmento in piena espansione che unisce tradizione, innovazione e qualità. Il caso di SLO MO del birrificio 50&50, medaglia d’oro al European Beer Star 2025 e simbolo di eccellenza, testimonia la capacità dei birrai italiani di reinterpretare la lager con ingredienti innovativi e rigore tecnico. Altre birre come Luppululà, Sugaman, 405040 e Manbassa mostrano che il panorama non è monocorde: ogni birrificio porta la propria personalità, giocando con luppoli europei emergenti, maltazioni speciali e tecniche di produzione all’avanguardia.

Per i consumatori ciò rappresenta un’opportunità: assaporare lager artigianali significa scoprire un mondo di sfumature che va oltre la consuetudine. Sperimentate gli abbinamenti gastronomici, visitate i birrifici e partecipate a festival e degustazioni. La ricerca della lager artigianale italiana più premiata non è soltanto una curiosità; è un viaggio nel cuore dell’artigianalità, dove passione e competenza si uniscono per creare birre che lasciano il segno. Grazie alle guide, ai link di approfondimento e alle nostre raccomandazioni, speriamo di avervi fornito gli strumenti per intraprendere questo percorso con curiosità e consapevolezza.


🍻 Novità, sconti e promozioni:
iscriviti alla newsletter!

Non inviamo spam! Puoi saperne di più leggendo la nostra Informativa sulla privacy

5 commenti

  1. Articolo super completo! SLO MO è davvero una rivelazione, l’ho provata dopo aver letto di European Beer Star. Grazie per i consigli di degustazione.

    • @Marco R. Concordo, SLO MO è fantastica! Ho anche assaggiato Luppululà e merita l’argento. Qualcuno ha provato Sugaman?

  2. Interessante la parte sulla rinascita delle lager. Non sapevo che richiedessero così tanto tempo in più rispetto alle ale. Ma SLO MO vale l’attesa?

  3. Ottima guida! Ho imparato molto sulle competizioni. Consiglio di provare anche 405040, è una Italian Pilsner pazzesca. Link utile: sito Birrificio Rurale.

  4. Buono l’articolo, ma sono un po’ perplesso: tutte queste lager premiate sono filtrate? Preferisco le non filtrate per più sapore. Qualcuno sa se SLO MO è filtrata?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *