Migliori birre artigianali italiane 2025

Le migliori birre artigianali italiane del 2025 incarnano l’eccellenza e la creatività dei nostri birrifici. Dalle birre premiate nei concorsi nazionali alle novità che stanno rivoluzionando il settore, il panorama brassicolo italiano nel 2025 è in pieno fermento. In questa guida autorevole e aggiornata esploriamo le tendenze, i riconoscimenti e una selezione di birre artigianali italiane da non perdere nel 2025, per offrire uno sguardo completo a curiosi e appassionati. Preparati a scoprire birre straordinarie che esprimono al meglio la ricchezza della birra artigianale italiana.

In questo post

Ecco i principali argomenti che affronteremo in questo articolo dedicato alle migliori birre artigianali italiane del 2025:

Panorama della birra artigianale italiana nel 2025

Il 2025 conferma l’Italia come una realtà importante nel mondo della birra artigianale. Ormai oltrepassata la soglia dei vent’anni dall’inizio del “rinascimento” birrario italiano, i nostri microbirrifici crescono in numero e qualità. Si contano centinaia di produttori attivi su tutto il territorio nazionale, con nuove aperture ma anche maggiore maturità da parte dei birrai storici. Questo panorama variegato vede convivere piccoli brewpub locali e marchi affermati a livello internazionale, tutti accomunati dalla ricerca dell’eccellenza brassicola. Cosa rende speciale il 2025? Innanzitutto l’ampiezza degli stili prodotti: birre chiare lager di ispirazione tedesca, IPA italiane in ogni declinazione (dalle Session IPA alle Imperial IPA), birre acide affinate in botte, fino a creazioni sperimentali con ingredienti locali. La diversità è il punto di forza – non esiste più uno stile dominante, ma un intero ventaglio che copre dalle pilsner più beverine alle complesse barley wine invecchiate. Gli appassionati possono così trovare birre adatte a ogni preferenza, segno di una scena matura e creativa. Un aspetto significativo del panorama attuale è la crescente professionalità e attenzione alla qualità. Molti birrifici artigianali italiani hanno investito in impianti moderni e in controlli di qualità rigorosi, equiparabili a quelli industriali ma mantenendo l’artigianalità del prodotto. Ad esempio, i migliori microbirrifici eseguono analisi microbiologiche lungo il processo produttivo per garantire birre stabili e pulite (come spieghiamo nel dettaglio nel nostro approfondimento sui controlli microbiologici in birrificio). Questa attenzione permette alle birre italiane di competere a livello internazionale e di ottenere riconoscimenti prestigiosi. Parallelamente, il pubblico dei consumatori è sempre più consapevole ed esigente. Nel 2025 non solo i beer geek seguono le novità, ma anche il grande pubblico riconosce alcune birre artigianali di qualità. Troviamo birre italiane sugli scaffali dei beershop di mezza Europa e nelle classifiche globali di rating. Inoltre la distribuzione è migliorata: oggi è più facile reperire le birre artigianali in enoteche, locali specializzati e persino in alcuni supermercati attenti alle produzioni locali. Questo allargamento del mercato testimonia che la birra artigianale italiana non è più una nicchia per pochi, ma un movimento consolidato. Da notare infine la diffusione geografica: Lombardia, Piemonte, Veneto e Lazio restano fucine di birrifici top, ma anche regioni come Campania, Sicilia e Sardegna vedono realtà emergenti che producono birre di alto livello. L’intera penisola contribuisce, con birre spesso legate al territorio tramite ingredienti tipici (ad esempio castagne, miele, spezie locali) e interpretazioni originali degli stili classici. Nel 2025 la migliore birra artigianale italiana può nascere in un paesino di montagna così come nel centro di una metropoli – ovunque ci sia passione e competenza birraria.

Concorsi e riconoscimenti brassicoli 2025

Uno dei modi più oggettivi per individuare le migliori birre artigianali italiane dell’anno è guardare ai risultati dei concorsi birrari e delle guide specializzate. Il 2025 è stato un anno importante in tal senso, con diversi eventi chiave che hanno messo in luce l’eccellenza italiana:

  • Birra dell’Anno 2025 (Unionbirrai) – Il più prestigioso concorso nazionale, giunto alla 20ª edizione, ha visto la partecipazione di oltre 250 birrifici e più di 2000 birre in gara cantinadellabirra.it. La giuria internazionale ha assegnato medaglie in 45 categorie stilistiche. Un risultato di rilievo è il premio di Birrificio dell’Anno 2025 conferito al birrificio 50&50 di Lazio, giovane realtà che ha conquistato numerosi ori di categoria. Tra le birre premiate spiccano la Kris (Pilsner di Mezzopasso, 1º posto come miglior pils), la 405040 (Italian Pilsner del Birrificio Rurale, oro di categoria) e la Make West Coast IPA Great Again (IPA di Ritual Lab, vincitrice tra le American IPA). Anche birrifici storici come Birrificio Italiano, Baladin e Lambrate hanno ottenuto riconoscimenti in varie categorie, a riprova di una qualità diffusa.
  • Guida Birre d’Italia 2025 (Slow Food) – La celebre guida di Slow Food ha attribuito le Chiocciole (simbolo dei birrifici di eccellenza) a 49 microbirrifici italiani sparsi in tutta la penisola scattidigusto.it. Secondo Eugenio Signoroni, curatore della guida, questi birrifici “esprimono una forte identità produttiva rendendo la scena nazionale una delle più interessanti a livello mondiale”. Ad esempio, in Campania hanno ricevuto la Chiocciola birrifici come Maestri del Sannio, Birrificio dell’Aspide e Sorrento, segno che anche il Sud vanta punte di eccellenza. La guida Slow Food ha anche segnalato decine di locali e pub di qualità, riflettendo come la cultura della birra artigianale sia cresciuta anche nella ristorazione. Un dato curioso: lo stile più presente in guida è risultato l’American IPA con ben 198 etichette censite, confermando la popolarità delle birre luppolate fra i degustatori italiani.
  • Premi internazionali e altri concorsi – Oltre ai circuiti nazionali, le birre italiane nel 2025 hanno brillato anche all’estero. Alcuni birrifici hanno ottenuto medaglie in competizioni come il European Beer Star e il Brussels Beer Challenge. Ad esempio, il birrificio Barley (Sardegna) ha portato a casa un oro con la sua barley wine BB10, mentre il birrificio del Forte (Toscana) ha vinto un argento con la Mancina (California Common) in Germania. Questi risultati sottolineano come le migliori birre italiane siano apprezzate anche fuori dai confini nazionali, potendo competere con blasonati produttori di Belgio, Germania, USA etc.
  • Riconoscimenti speciali – Oltre alle gare, ci sono premi onorifici e liste curate da esperti. Nel 2025 alcuni birrai italiani sono stati inseriti nella hall of fame europea della birra artigianale, e riviste specializzate hanno incluso birre italiane nelle loro top 100 mondiali. Segnaliamo che la rivista Fermento Birra Magazine ha eletto Birraio dell’Anno Luca Giaccone del birrificio Alder, per l’originalità delle sue produzioni luppolate. Questo ci ricorda che dietro ogni grande birra c’è un grande birraio: i riconoscimenti personali riflettono il lavoro costante e la passione di chi crea queste birre.

In sintesi, il 2025 ha consacrato molti protagonisti della birra artigianale italiana. Concorsi e guide ci offrono una panoramica autorevole: alcune birre emergono come riferimento nei rispettivi stili, e diversi birrifici consolidano la propria reputazione. Nel prossimo paragrafo passeremo in rassegna proprio alcune birre artigianali italiane da provare assolutamente, anche sulla scorta di questi riconoscimenti.

Le birre artigianali italiane da provare nel 2025

Quali sono, in pratica, le birre che incarnano l’eccellenza della produzione artigianale italiana nel 2025? Di seguito proponiamo una selezione ragionata di etichette suddivise per stile o categoria, ciascuna rappresentativa di un aspetto della nostra scena birraria. Non si tratta di una classifica assoluta, bensì di una panoramica di birre imperdibili che ogni appassionato dovrebbe assaggiare per capire il livello raggiunto dai microbirrifici italiani.

  • Miglior Pilsner italiana – “Kris” (Mezzopasso, Abruzzo). Una birra chiara a bassa fermentazione che ha conquistato la giuria di Birra dell’Anno 2025, vincendo nella categoria Pils. Nel bicchiere si presenta dorata e sormontata da schiuma fine e compatta. Al naso offre profumi delicati di fiori e cereali, mentre al palato stupisce per l’equilibrio: malto in apertura e un finale amaro elegante da luppoli nobili tedeschi. Il corpo leggero e la secchezza finale la rendono di bevuta facilissima. Kris rappresenta al meglio lo stile Pils all’italiana, mostrando come anche una birra semplice solo in apparenza possa raggiungere vette di qualità assoluta quando prodotta con maestria.
  • Miglior IPA italiana – “Make West Coast IPA Great Again” (Ritual Lab, Lazio). Questa IPA in stile West Coast ha trionfato come miglior American IPA del 2025, ed è una birra che fa onore al suo nome riportando in auge le IPA occidentali “old school”. Colore ambrato carico e limpido, sprigiona intensi aromi di agrumi, resina di pino e frutta tropicale grazie all’uso abbondante di luppoli americani classici. In bocca l’amaro è deciso ma bilanciato, sostenuto da un malto pulito che non intralcia la bevuta. Il finale lungo e agrumato invita al sorso successivo. Ritual Lab conferma di essere uno dei birrifici italiani di punta per le IPA: questa birra è un must per chi ama i sapori esplosivi e la secchezza pungente delle autentiche West Coast IPA.
  • New England IPA rivelazione – “How Much Hops Is Too Much Hops!” (50&50, Lazio). Il birrificio 50&50, fresco di titolo Birrificio dell’Anno, ha in gamma questa NEIPA dal nome simpaticamente provocatorio, vincitrice nella categoria Hazy IPA. È una NEIPA moderna: colore dorato intenso e aspetto velato, quasi “juicy”. Aroma incredibile di frutta tropicale (mango, ananas, passion fruit) e agrumi dolci, derivante da luppoli di nuova generazione ricchi di note esotiche. In bocca ha corpo morbido e una carbonazione contenuta, con amaro molto moderato ma tanta succosità di frutta e un finale resinoso appena accennato. Rappresenta perfettamente la tendenza attuale delle IPA morbide e aromatiche. Se qualcuno vuol capire perché le Italian NEIPA stanno conquistando i consumatori, basti assaggiare questa creazione di 50&50: luppolatura estrema ma incredibilmente piacevole.
  • Black IPA e birre scure luppolate – “Jungle Fever” (Jungle Juice, Lazio). Per gli amanti delle birre più scure ma intensamente luppolate, citiamo Jungle Fever, una Black IPA che ha ottenuto riconoscimenti come miglior Black IPA in concorsi nazionali. Prodotta da Jungle Juice (birrificio romano noto per la creatività), unisce il meglio di due mondi: colore scurissimo quasi impenetrabile e sentori tostati di cacao amaro e liquirizia, combinati con un dry-hopping generoso che regala profumi di agrumi e resine. Il sorso alterna note di caffè/tostato con un amaro pronunciato da IPA, risultando però sorprendentemente equilibrato. Non è uno stile comunissimo, ma Jungle Juice ha dimostrato che in Italia si può fare una Black IPA di livello mondiale, intrigante e appagante per i palati più esigenti.
  • Birra chiara ad alta fermentazione – “Sveva” (Grado Plato, Piemonte). Spostandoci su uno stile più classico, Sveva è una Kölsch-style ale piemontese che merita menzione. Ha vinto premi come miglior birra chiara alta fermentazione di ispirazione tedesca. Di colore giallo paglierino, al naso è delicata con note di fieno e un lieve floreale. Il gusto è dominato dal malto chiaro, con sfumature di miele d’acacia e un finale secco appena amaricato. Il birrificio Grado Plato, attivo da anni, conferma con Sveva la sua vocazione per le birre eleganti e “pulite”. È la birra ideale per chi cerca semplicità e raffinatezza: ricorda le Kölsch di Colonia ma con un tocco tutto italiano.
  • Birra ambrata e strong ale – “Ambershock” (Birrificio Italiano, Lombardia). Per rappresentare le birre ambrate complesse, citiamo Ambershock, una bock ambrata prodotta da Birrificio Italiano. Segnalata da alcuni esperti come perfetta sulla pizza margherita (ha infatti un corpo robusto e note maltate che bilanciano l’acidità del pomodoro), Ambershock è una birra dal colore ambrato carico, 7% ABV, morbida e calda. Al palato offre toffee, caramello e un leggero fruttato, con il tenore alcolico che dona rotondità. Malgrado la gradazione, resta scorrevole. Questa birra dimostra come un birrificio storico italiano sappia reinterpretare lo stile Bock tedesco aggiungendo carattere. È stata spesso premiata nelle competizioni domestiche e rimane un punto di riferimento tra le birre doppio malto nostrane.
  • Birra acida italiana – “BeerBera” (LoverBeer, Piemonte). Non poteva mancare un esempio di birra sour italiana, un segmento in forte crescita. BeerBera di LoverBeer è un’icona: si tratta di una birra fermentata con lieviti selvaggi e rifermentata con uva Barbera del territorio piemontese. Il risultato è una birra dal colore rubino scarico, profumatissima di frutti rossi, cantina e un tocco “funky”. In bocca è acidula, secca, con note vinose evidenti – a metà strada tra una birra lambic alla frutta e un vino giovane. Ha vinto premi come miglior Italian Grape Ale sour e incarna la maestria italiana nell’unire tradizione birraria e vinicola. Sicuramente è una birra impegnativa e particolare, ma gli appassionati la considerano un capolavoro: regalare BeerBera a un beer geek equivale a farlo felice. La sua presenza in questa lista dimostra l’alto livello raggiunto anche nel campo delle birre acide sperimentali.
  • Birra scura strong – “Verdi Imperial Stout” (Birrificio del Ducato, Emilia-Romagna). Tra le birre scure italiane che hanno fatto storia c’è la Verdi Imperial Stout, una Imperial Stout al peperoncino creata dal Birrificio del Ducato. Pur se il birrificio Ducato ora non è più indipendente al 100%, questa birra resta emblematica: ha vinto medaglie d’oro al European Beer Star nel passato e rimane un prodotto di culto. Nera come la notte, 8,2% ABV, offre aromi intensi di cacao, caffè tostato e una lieve nota piccante. In bocca è morbida, cioccolatosa, con un finale riscaldante dato dalla spezia. È una stout complessa ma armonica, che ha aperto la strada alle Italian Imperial Stout su palcoscenici internazionali. Nel 2025 è ancora in gran forma e viene spesso citata tra le migliori birre da meditazione italiane.
  • Birra speciale da meditazione – “Xyauyù Barrel 2021” (Baladin, Piemonte). Chiudiamo con una chicca per intenditori: la linea Xyauyù di Baladin. Si tratta di barley wine ossidativi affinati per anni, considerati alla stregua di vini liquorosi. La versione Barrel 2021 (maturata in botte di rum) è stata rilasciata proprio nel 2025 dopo lungo invecchiamento. Dal colore ambrato scuro e senza schiuma, regala un bouquet di datteri, caramello, vaniglia e legno. Il sorso è vellutato, dolce, ricchissimo di sfumature tra frutta secca e melassa, con un finale quasi infinito. Con i suoi ~14% ABV, è una “birra da camino” da assaporare a piccole dosi in calice da cognac. Pur essendo lontana dalla birra quotidiana, questa creazione di Teo Musso (Birra Baladin) dimostra quanto in alto possa spingersi la birra artigianale come prodotto gourmet. Non a caso Baladin la vende in eleganti bottiglie da 500 ml, perfette anche come idea regalo di lusso.

Ovviamente l’elenco potrebbe continuare: dall’Italian Grape Ale Equilibrista (Birra del Borgo) blend di birra e vino, alla Tipopils (Birrificio Italiano) pioniera delle pils artigianali non filtrate, fino alla Nuova Mattina (Birrificio del Ducato) blanche alle spezie. L’importante è comprendere che oggi in Italia ogni stile ha la sua birra di riferimento. Alcune birre artigianali italiane sono entrate nell’olimpo internazionale, altre sono piccole gemme nascoste tutte da scoprire. Il consiglio è di assaggiarne il più possibile e di lasciarsi guidare dalla curiosità. (Nota: la selezione sopra include birre ancora prodotte da birrifici artigianali indipendenti alla data 2025. Alcune etichette storiche italiane molto note – ad esempio Nazionale di Baladinbcrypt, Super di Baladin, Isaac, Wayan etc. – restano punti fermi e valgono l’assaggio, ma abbiamo privilegiato novità e prodotti distintisi recentemente. Inoltre, come visto, la lista dà spazio a diversi stili per rappresentare la varietà dell’offerta italiana.)

Birrifici in evidenza e tendenze emergenti

Dietro ogni grande birra c’è un grande birrificio. Vale la pena dunque evidenziare alcuni birrifici artigianali italiani che nel 2025 si sono messi particolarmente in luce, nonché le tendenze che questi birrai stanno abbracciando per mantenere alta la qualità e anticipare i gusti del pubblico. Birrifici indipendenti da tenere d’occhio: Oltre ai “soliti noti” come Baladin e Birrificio Italiano, che restano fari del movimento con decenni di esperienza, nuove realtà stanno emergendo o consolidando la propria fama:

  • Ritual Lab (Lazio) – Fondato nel 2015, in pochi anni è arrivato al top vincendo Birrificio dell’Anno 2024 e continuando a raccogliere premi nel 2025. Specializzato in birre luppolate (IPA di ogni tipo) ma capace di eccellere anche in stout e lager. La filosofia è unire creatività e rigore tecnico. Hanno una taproom a Formello (Roma) molto frequentata dagli appassionati.
  • CR/AK Brewery (Veneto) – Ormai un nome di culto in Europa, CR/AK (pronuncia “crack”) produce birre innovative e spesso lancia trend in Italia. Famoso per le NEIPA super aromatiche, per le lattine dal design accattivante e per le collaborazioni con birrifici esteri di spicco. Nel 2025 hanno inaugurato un nuovo impianto e spazio per il pubblico vicino Padova. Birre come Giant Step e Agricola (una Italian Grape Ale affinata) li mantengono tra i migliori.
  • Birrificio 50&50 (Lazio) – Vincitore assoluto di Birra dell’Anno 2025, è un caso esemplare di crescita rapidissima. Nato come beer firm pochi anni fa, oggi ha un impianto proprio e ha stupito tutti con birre come la NEIPA citata prima e solide interpretazioni di vari stili. Evidenzia come la “new wave” di birrai trentenni porti idee fresche e tanta competenza tecnica (molti hanno studi brassicoli all’estero). Il nome 50&50 è ora sinonimo di qualità versatile.
  • Birrificio dell’Aspide (Campania) – Una realtà del Sud che sta facendo parlare di sé. Situato nel Cilento, punta su birre legate al territorio: utilizzo di fichi del cilento, castagne, e fermentazioni spontanee grazie ai micro-organismi della zona. Ha vinto premi con una Saison e una Sour ale alla frutta locale. La crescita di Aspide dimostra che la birra artigianale di livello si produce con successo anche nel Meridione, valorizzando identità territoriali.
  • Extraomnes (Lombardia) – Non è nuovo (fondato nel 2010) ma rimane un riferimento, specialmente per gli stili belgi. Il birraio Schigi D’Amelio è noto per il perfezionismo: la sua Tripel, la Saison e le varie Belgian Ale di Extraomnes continuano a raccogliere lodi. Nel 2025 Extraomnes ha affinato una Lambic-style in botti di barolo, a dimostrazione che anche i più tradizionali sperimentano.
  • MC-77 (Marche) – Birrificio agricolo marchigiano creato da due giovani (Matteo e Cecilia, da cui il nome), ha ottenuto Chiocciole Slow Food e apprezzamenti per le sue IPA e sour beer. In particolare la loro Evolution (IPA con luppoli australiani) e Salinae (Gose al sale integrale) hanno fan affezionati. Rappresenta il dinamismo dei microbirrifici di provincia, lontani dalle grandi città ma con idee internazionali.

Tendenze emergenti del 2025: I birrifici sopra e molti altri stanno abbracciando alcune tendenze comuni che vale la pena menzionare:

  • Sperimentazione con nuovi luppoli: Ogni anno arrivano sul mercato varietà di luppolo innovative, e i birrai italiani sono tra i primi a provarle. Nel 2025 c’è grande interesse per i luppoli europei emergenti – ad esempio varietà sperimentali francesi e tedesche – che offrono aromi originali. Questo trend indica la volontà di emanciparsi un po’ dai soli luppoli americani, cercando magari profili aromatici più adatti al gusto italiano (floreale, speziato) e sostenendo filiere locali.
  • Birre affinate e “sour” di nicchia: Sempre più birrifici avviano programmi di affinamento in botte, sia per creare acide (sour ale, brett ale) sia per invecchiare barley wine e imperial stout. Nel 2025 aumentano le collaborazioni con cantine vinicole (botti di Barolo, Brunello usate per birre) e l’utilizzo di fermentazioni miste. Il pubblico italiano sta iniziando ad apprezzare queste birre particolari, soprattutto grazie a eventi e fiere dove può degustarle. La tendenza “birre sour” è ancora di nicchia, ma cresce la curiosità: d’estate, ad esempio, le Berliner Weisse fruttate italiane riscuotono successo come bevande rinfrescanti alternative al vino bianco.
  • Ingredienti locali e antichi: Molti birrifici italiani puntano a distinguersi utilizzando ingredienti del territorio. Nel 2025 vediamo birre con farro umbro, luppolo coltivato in Italia (diverse farm italiane producono luppoli autoctoni), varietà antiche di grano, castagne, erbe spontanee e frutta tipica. Questa corrente di pensiero, a metà tra il “farmhouse” e il “km 0”, arricchisce l’unicità delle nostre birre. Ad esempio il Birrificio del Forte ha prodotto una saison con miele di marasca toscano, e il Birrificio Amiata resta celebre per la sua Bastarda Rossa alle castagne del Monte Amiata. Su questo tema consigliamo anche la lettura del nostro approfondimento sull’uso del miele nella birra artigianale in cui si spiega come bilanciare il contributo del miele locale nella ricetta.
  • Sostenibilità e filiera corta: I top birrifici italiani si fanno anche portavoce di valori come sostenibilità ambientale ed economia circolare. Nel 2025 molti adottano impianti a energia rinnovabile, sistemi di riciclo dell’acqua di processo, packaging ecologico (lattine leggere, vetro riciclato). Alcuni sperimentano l’utilizzo del pane invenduto per brassare birre (combattendo lo spreco alimentare) o collaborano con aziende agricole per il riutilizzo delle trebbie come mangime e fertilizzante. Questa attenzione etica aggiunge valore alle birre: sapere che dietro a una pinta c’è anche un impegno per l’ambiente rende l’esperienza ancora più positiva.
  • Educazione e cultura birraria: Infine, i birrifici di punta stanno investendo molto nella divulgazione. Tour guidati in birrificio, taproom con personale formato a raccontare le birre, festival locali della birra artigianale – tutto contribuisce a creare cultura. Birrai come Agostino Arioli (Birrificio Italiano) o Leonardo Di Vincenzo (Birra del Borgo, ora in altra veste) spesso tengono seminari e corsi. Questo fermento culturale fa sì che i consumatori italiani del 2025 siano più preparati: non si bevono solo “birre artigianali” indistintamente, ma si cercano specifici stili, si riconoscono i difetti, si abbinano cibo e birra con criterio. È il segno di una maturazione complessiva del movimento, di cui i migliori birrifici sono sia causa che effetto.

Conclusione

Il viaggio tra le migliori birre artigianali italiane del 2025 ci restituisce l’immagine di un settore in ottima salute, vivace e variegato. Siamo passati in rassegna concorsi, birre imperdibili, birrifici di spicco e tendenze emergenti: tutti tasselli che compongono un mosaico di autentica eccellenza brassicola tricolore. L’Italia della birra artigianale ormai non ha più complessi di inferiorità verso le nazioni birraie tradizionali – pur mantenendo la propria identità. Anzi, grazie alla creatività e alla passione dei nostri mastri birrai, oggi possiamo gustare prodotti unici che combinano innovazione internazionale e sapori del territorio. Per gli appassionati, il 2025 offre infinite possibilità di scoperta: dalle Pilsner eleganti alle IPA esplosive, dalle Sour sofisticate alle Stout sontuose. Il consiglio finale è semplice: degustate con curiosità. Provate le birre premiate ma anche quelle meno note, visitate i microbirrifici se ne avete l’occasione, fate domande ai birrai e lasciatevi guidare dai vostri sensi. Ogni assaggio può rivelare una storia – di ingredienti, di territorio, di persone – e contribuisce a far crescere la cultura della birra artigianale nel nostro Paese. Il 2025 segna una tappa importante di questo percorso, ma sicuramente non un traguardo finale. Le migliori birre artigianali italiane continueranno a evolversi e sorprenderci negli anni a venire. Nel frattempo, alziamo i calici e brindiamo alle eccellenze brassicole nostrane: che sia una lager o un’IPA, una cosa è certa – in Italia oggi si beve birra artigianale di altissimo livello. Buona degustazione! Fonte esterna: per un elenco completo dei birrifici eccellenti riconosciuti in guida Slow Food Birre d’Italia 2025, rimandiamo al sito ufficiale di Slow Food, che dettaglio le 49 “Chiocciole” e offre spunti per itinerari birrari regione per regione. Un’occhiata a quella lista (aggiornata e autorevole) conferma quanto detto: la qualità brassicola italiana è diffusa ovunque e attende solo di essere scoperta da chiunque ami la buona birra. Enjoy!

tl;dr

Il 2025 è un anno d’oro per la birra artigianale italiana: oltre 250 birrifici, premi a Birra dell’Anno (50&50 Birrificio dell’Anno), Chiocciole Slow Food a 49 realtà. Da provare: Kris (Pils), Make West Coast IPA Great Again (IPA), BeerBera (sour). Tendenze: luppoli locali, affinamenti in botte, sostenibilità. Degustare con curiosità!


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5 commenti

  1. Articolo super completo! Ho provato la Kris di Mezzopasso e confermo: una pils italiana da urlo. Grazie per i consigli, non vedo l’ora di assaggiare anche le altre.

    • @Marco R. Concordo sulla Kris, l’ho bevuta l’estate scorsa e è perfetta per le giornate calde. Qualcun altro ha provato la Xyauyù Barrel? Sembra un vino più che una birra!

  2. Ottima selezione, ma mi sarei aspettato qualcosa in più sulle birre del Sud. Comunque bravo, la BeerBera è un capolavoro!

  3. Mi ha incuriosito la tendenza sui luppoli locali. Sapete dove posso trovare info su birre con luppoli italiani autoctoni? Ottimo post, complimenti!

  4. La Make West Coast IPA Great Again è la mia IPA preferita del momento. Grazie per averla messa in evidenza! Per chi cerca qualcosa di simile, consiglio anche di dare un’occhiata a questa recensione su RateBeer.

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