IPA, Double IPA e Triple IPA a Confronto

Immagina di avere davanti tre bicchieri di birra dall’aspetto simile ma dall’intensità crescente. Stiamo parlando di IPA, Double IPA e Triple IPA, tre varianti amatissime dagli appassionati di birra artigianale. Queste sigle identificano livelli diversi di intensità e gradazione alcolica all’interno della famiglia delle India Pale Ale. In questo articolo metteremo a confronto un’IPA classica con le sue versioni potenziate, la Double IPA (nota anche come Imperial IPA) e la rara Triple IPA. Scopriremo come cambiano l’aroma luppolato, il tenore alcolico e il corpo della birra man mano che si sale di intensità. Preparati a un viaggio sensoriale tra amaro, profumi di luppolo e creatività brassicola, per capire davvero cosa distingue un’IPA da una Double e Triple IPA.

In questo post

IPA: definizione e caratteristiche

L’IPA (India Pale Ale) è uno stile di birra ale ad alta fermentazione caratterizzato da un abbondante uso di luppolo. Nata storicamente come evoluzione più luppolata delle Pale Ale inglesi, oggi l’IPA è uno stile globale e molto amato. Le IPA classiche presentano un colore che va dall’oro carico al ramato, una schiuma fine e persistente e soprattutto un aroma inconfondibile di luppoli: note floreali, agrumate o resinose a seconda delle varietà utilizzate. Al palato offrono un corpo medio e un amaro marcato: il valore IBU (International Bitterness Units) di un’IPA può variare mediamente tra 40 e 70, indicando un’amarezza decisa ma bilanciata. Il grado alcolico di solito oscilla tra 5,5% e 7,5% ABV, quindi birre moderatamente forti ma ancora facilmente bevibili. Nell’IPA l’equilibrio è fondamentale: i malti, spesso con leggere sfumature caramello, sostengono la bevuta senza sovrastare il protagonismo dei luppoli.

In sintesi, un’IPA standard offre profumi intensi di luppolo, un gusto amaro e rinfrescante, corpo medio e gradazione alcolica contenuta. È lo stile ideale per chi ama le birre aromatiche e dall’amaro pronunciato ma bilanciato. Esempi celebri includono le American IPA cariche di luppoli americani agrumati e resinosi, e le English IPA leggermente più maltate e terrose. Grazie alla sua popolarità, oggi esistono molte varianti come le Session IPA (più leggere in alcool) e le New England IPA (più torbide e fruttate), ma la base comune resta un bouquet aromatico di luppolo e un amaro piacevolmente persistente.

Double IPA: luppoli e gradazione amplificati

Se un’IPA ti sembra già intensa, la Double IPA (DIPA) porta tutto al livello successivo. Chiamata anche Imperial IPA, questa variante nasce dalla volontà dei birrai americani di creare IPA ancora più ricche di sapore, corpo e grado alcolico. In una Double IPA troviamo una quantità di malto e luppolo praticamente raddoppiata rispetto a una IPA tradizionale. Il risultato è una birra dal profilo aromatico esplosivo: i luppoli sprigionano aromi ancora più pungenti di agrumi tropicali, resina di pino e frutta esotica. Al sorso l’amaro è molto pronunciato, spesso con IBU tra 60 e 100 o oltre, ma bilanciato da una maggior dolcezza maltata. Infatti, per sostenere l’enorme carica di luppolo, i mastri birrai aumentano anche i malti, ottenendo un corpo più pieno e qualche nota caramellata o biscottata in più.

La Double IPA è anche più alcolica: generalmente si va da circa 7,5% fino a 9-10% ABV. Nonostante l’elevato tenore alcolico, una buona DIPA dovrebbe mantenere bevibilità, grazie all’equilibrio tra l’amaro del luppolo e la struttura maltata. Il termine Imperial IPA sottolinea proprio questa “imperializzazione” dello stile, prendendo spunto dalle Imperial Stout in cui tutto era potenziato. Attenzione a non confondere la Double IPA con le birre doppio malto italiane: nel contesto internazionale “Double” indica l’intensificazione dello stile IPA, non è legato alla terminologia legislativa italiana. Un esempio famoso di Double IPA è la celebre Pliny the Elder del birrificio Russian River, considerata una pietra miliare del genere per equilibrio e potenza aromatica. In Italia molti birrifici artigianali propongono DIPA creative e audaci per gli amanti dell’amaro estremo.

Triple IPA: l’evoluzione estrema dell’IPA

Quando la sete di luppolo sembra insaziabile, ecco comparire la Triple IPA (TIPA). Si tratta di una categoria non ufficiale ma comparsa in tempi recenti per indicare IPA ancora più estreme. In pratica i birrai hanno “alzato a 11” la manopola dell’intensità. Le Triple IPA sono birre di solito sopra i 10% ABV, che possono arrivare anche a 11-12% in alcuni casi. Il colore tende all’oro carico o all’ambrato, segno della forte base maltata necessaria per sostenere alcool e luppoli in quantità massicce. All’olfatto e al gusto, aspettati un vero bombardamento luppolato: profumi di frutta tropicale molto maturi, agrumi canditi, resine intense e talvolta note più complesse di terpeni e pino pungente. L’amaro è elevatissimo, spesso oltre 100 IBU (limite del percepibile), tanto che la sensazione può virare verso il piccante/resinoso per le papille gustative più allenate.

Dal lato del malto, una Triple IPA di qualità deve riuscire a bilanciare questa valanga di luppolo. Spesso si usano aggiunte di zucchero (ad esempio destrosio o zucchero candito) per aumentare il tenore alcolico senza appesantire troppo il corpo. Ne risultano birre sorprendentemente secche per la gradazione, perché i lieviti fermentano gran parte degli zuccheri lasciando poca dolcezza residua: così la luppolatura risalta ancora di più. La carbonazione è generalmente moderata, e il finale di bevuta riscalda per via dell’alcool robusto. Le Triple IPA sono prodotte in lotti limitati da birrifici artigianali coraggiosi, spesso come edizioni speciali per festival o anniversari. Ad esempio, la Pliny the Younger (versione potenziata della Double di Russian River) è una delle Triple IPA più famose, brassata in quantità limitata e contesa dagli appassionati. Data l’intensità, questo stile è consigliato a chi ha già confidenza con le IPA e cerca un’esperienza fuori dal comune. Una Triple IPA fresca offre un’esplosione di sapori unica, ma va gustata con moderazione vista l’alta gradazione e l’amaro estremo.

Confronto finale tra IPA, DIPA e TIPA

Mettiamo insieme le fila del discorso e confrontiamo in breve queste tre tipologie:

Stile Amaro (IBU) Gradazione (ABV) Caratteristiche aromatiche
IPA 40-70 IBU circa 5,5% – 7,5% Aromi luppolati decisi (floreali, agrumi, resina), corpo medio, finale bilanciato.
Double IPA 60-100+ IBU 7,5% – 9,5% (imperial) Aroma esplosivo di luppolo (tropicale, agrumi), più maltata e alcolica, corpo pieno.
Triple IPA 100 IBU e oltre 10% – 12% e oltre Intensità estrema di luppolo, note quasi liquorose, molto secca, calda e amara, per palati esperti.

Come si evince dalla tabella, aumentando da IPA a Double e Triple IPA crescono proporzionalmente la forza alcolica e l’amaro, ma anche la complessità aromatica. Una IPA è generalmente più bilanciata e beverina, adatta ad accompagnare piatti speziati o piccanti e dissetare con il suo amaro. Una Double IPA diventa più da meditazione: il grado alcolico importante e il profilo luppolato potentissimo la rendono ideale per degustazioni lente, magari abbinata a formaggi stagionati o carni grigliate dal gusto intenso. La Triple IPA, infine, è quasi un “manifesto” dell’eccesso luppolato: va assaporata a piccoli sorsi, preferibilmente da sola, per coglierne tutte le sfumature senza saturare completamente il palato. Non è una birra da tutti i giorni ma un’esperienza particolare.

In ogni caso, dietro IPA, DIPA e TIPA c’è la stessa passione per il luppolo e la creatività dei birrai artigianali. Chi ama questo mondo può divertirsi a scoprire infinite versioni, da quelle più amare e secche a quelle più aromatiche e dolci e morbide, e persino esemplari con luppoli esotici provenienti da ogni angolo del globo. Se vuoi approfondire altri stili di birra artigianale, puoi leggere la nostra guida definitiva agli stili di birra, per capire come l’IPA si inserisce nel vasto panorama brassicolo internazionale. E ora che conosci le differenze tra IPA, Double IPA e Triple IPA, non ti resta che assaggiarle responsabilmente per allenare il palato e trovare la tua preferita!

Domande frequenti (FAQ)

Q: Cosa significa IPA e da dove deriva il nome?
A: IPA sta per India Pale Ale. È uno stile di birra inglese nato nel XIX secolo, esportato verso le colonie britanniche in India. Il nome deriva dal fatto che era una Pale Ale pensata per il mercato indiano, con più luppolo e alcool per meglio conservarsi durante il viaggio.

Q: Perché la Double IPA è chiamata anche Imperial IPA?
A: Il termine “Imperial” nelle birre indica una versione più forte e intensa di uno stile classico (il termine venne usato inizialmente per le Imperial Stout destinate alla corte russa). La Double IPA, essendo una IPA portata a gradazioni alcoliche e dosi di luppolo imperiali, viene spesso indicata come Imperial IPA. In pratica Double IPA e Imperial IPA sono sinonimi.

Q: Esiste ufficialmente uno stile Triple IPA?
A: La Triple IPA non è uno stile riconosciuto in modo formale nei principali concorsi birrari, ma è un termine utilizzato dai birrifici per indicare una IPA oltre i 10% di alcool e con un carico di luppolo eccezionalmente elevato. È quindi una categoria “informale” nata tra gli appassionati e i produttori craft per descrivere queste birre estreme.

Q: Una Triple IPA è più amara di una IPA normale?
A: Sì, generalmente una Triple IPA risulta più amara e intensa. Ha molti più luppoli rispetto a una IPA standard e raggiunge livelli di IBU molto alti. Tuttavia l’amaro estremo può essere parzialmente bilanciato dal corpo maltato e dall’alcool. In ogni caso, al palato di un neofita sembrerà decisamente più amara e forte rispetto a un’IPA classica.

3 commenti

  1. Ottimo articolo! Ho sempre fatto confusione tra DIPA e TIPA, ora è tutto più chiaro. Proverò una Triple IPA al prossimo beer festival!

  2. Grande spiegazione, soprattutto la tabella di confronto! Personalmente preferisco le IPA classiche, le TIPA sono un po’ troppo per me.

  3. Interessante! Non conoscevo la storia di Pliny the Elder. Qualche consiglio su DIPA italiane da provare?

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