Chi si avvicina alla birra artigianale italiana spesso sente parlare di “birre luppolate” e rimane incuriosito dai profumi intensi e dal gusto amaro di queste birre. Ma come scegliere la birra luppolata giusta per un principiante? In questa guida forniremo consigli pratici e semplici, spiegando cosa si intende per birra luppolata e suggerendo alcune birre artigianali italiane luppolate adatte ai principianti. Con un linguaggio chiaro e professionale, accompagneremo chi è alle prime armi alla scoperta di IPA, APA e altre birre cariche di luppolo, ma facili da apprezzare. Scopriamo insieme come iniziare al meglio questo viaggio tra aromi e amaro!
In questo post
- Cosa significa birra luppolata? – Spiegazione del ruolo del luppolo nella birra e delle caratteristiche delle birre luppolate (aroma e amaro).
- Perché le birre luppolate piacciono agli appassionati – I profumi e sapori unici apportati dal luppolo, e come mai sono così popolari.
- Consigli per iniziare: birre luppolate leggere e aromatiche – Quali stili e marche italiane provare per abituare il palato (APA, Session IPA, Italian Pilsner).
- Esempi di birre luppolate italiane adatte ai principianti – Alcune etichette specifiche con descrizione (birre equilibrate, non troppo amare ma aromatiche).
- Come degustare una birra luppolata – Temperature, bicchiere, approccio all’assaggio per cogliere al meglio aromi e sapori senza venire sopraffatti.
- Conclusione – Invito a sperimentare gradualmente e godersi il mondo delle birre luppolate.
Cosa significa birra luppolata?
Il termine “birra luppolata” indica, in senso ampio, una birra in cui l’apporto del luppolo è particolarmente evidente. Ma cosa sono i luppoli e perché rendono una birra “luppolata”? Il luppolo è una pianta (Humulus lupulus) i cui fiori vengono aggiunti nel processo di produzione della birra per due motivi principali: aromatizzare e amaricare la birra. I luppoli infatti contengono alfa-acidi (che durante la bollitura del mosto si isomerizzano e conferiscono l’amaro) e oli essenziali (che invece apportano aromi floreali, agrumati, speziati, resinosi a seconda della varietà).
Quasi tutte le birre contengono luppolo in una certa misura, ma definiamo “luppolata” una birra in cui l’aroma e/o l’amaro da luppolo sono protagonisti. Spesso il termine si associa alle birre di stile anglosassone e americano come le IPA (India Pale Ale) e le APA (American Pale Ale), note per il marcato carattere di luppolo. Una IPA italiana ben fatta, ad esempio, sprigiona profumi di pompelmo, mango, pino o erba tagliata derivanti dai luppoli americani o neozelandesi usati, e presenta un gusto amaro persistente.
Tuttavia esistono birre luppolate in diversi stili: anche una Pils tedesca o un’Italian Pilsner sono birre luppolate (pur se con aromi più delicati di erba e fiori e un amaro elegante). Quindi “birra luppolata” non è uno stile preciso, ma una caratteristica trasversale a vari stili che enfatizzano questo ingrediente.
Riassumendo, una birra luppolata avrà tipicamente:
- Profumi intensi e freschi dati dal luppolo (che possono ricordare agrumi, frutti tropicali, spezie, erbe, resina di pino, fiori, a seconda del tipo di luppolo).
- Amaro percepibile al palato, più o meno forte. L’IBU (International Bitterness Unit) misura l’amarezza: una birra luppolata si colloca spesso dai 30-40 IBU in su (le IPA classiche stanno sui 50-70 IBU, alcune superano 80 IBU).
- Retrogusto secco e persistente, perché l’amaro del luppolo ripulisce la bocca e indugia dopo la sorsata.
Questo non vuol dire che la birra sappia solo di amaro: le birre luppolate ben bilanciate possiedono anche note maltate in sottofondo (biscotto, caramello leggero, pane) che reggono la bevuta. Ma certamente al primo impatto un neofita percepirà “quanto è profumata!” e subito dopo “è amara!”.
Sapere questo è importante per un principiante: all’inizio l’amaro del luppolo potrebbe risultare spiazzante, specialmente per chi proviene da lager industriali molto leggere. Ma niente paura: esistono birre luppolate per principianti pensate proprio per abituare il palato gradualmente, mantenendo l’aroma seducente ma con amaro moderato. Nei prossimi paragrafi vedremo perché queste birre piacciono tanto e come avvicinarsi senza timori.
(Un cenno tecnico: il luppolo contiene anche tannini e polifenoli che, se estratti male, possono dare amaro astringente o vegetale. I birrai artigianali sanno gestire questo aspetto per evitare difetti. Per approfondire come controllano l’amaro “vegetale” del luppolo, vedi il nostro articolo su tannini e polifenoli nel luppolo. Da lettore principiante basta sapere che l’amaro “giusto” deve essere pulito e piacevole, non simile al gusto di erba cotta o tè troppo infuso.)
Perché le birre luppolate piacciono agli appassionati
Le birre fortemente luppolate – come IPA e affini – hanno trainato il boom della birra artigianale a livello mondiale. Ma cosa le rende così affascinanti per gli appassionati? Ci sono almeno tre motivi principali:
1. Aromi unici e intensi: Il luppolo è spesso definito il “condimento” della birra, paragonabile alle spezie in cucina. Le varietà di luppolo moderne sviluppate in USA, Nuova Zelanda, Australia, ecc., possiedono profumi incredibili che non si trovavano nelle birre tradizionali. Ad esempio, un’IPA con luppolo Mosaic sprigiona sentori di mango maturo e blueberry; una con Nelson Sauvin ricorda l’uva spina e il vino bianco; una con Sabro può dare note di cocco e cedro. Queste esplosioni aromatiche conquistano l’olfatto e rendono la degustazione divertente, quasi come annusare un succo di frutta tropicale o un cocktail esotico. Per i “beer geek”, scoprire e riconoscere i diversi aromi di luppolo è una passione simile a quella dei sommelier col vino.
2. Freschezza e bevibilità secca: L’amaro del luppolo, se dosato bene, ha l’effetto di pulire la bocca e stimolare il prossimo sorso. Una birra luppolata ben fatta, anche se ricca di sapore, non risulta stucchevole: al contrario, la secchezza finale e il delicato effetto astringente del luppolo invitano a bere ancora. Questo contrasta l’idea che una birra artigianale sia “pesante”: molte IPA o APA sono anzi molto refreshing nonostante la carica aromatica. Gli appassionati apprezzano questa capacità dissetante unita al gusto deciso. Certo, c’è chi ama sfide di amaro estremo, ma in genere ciò che piace è l’equilibrio tra malto e luppolo con finale asciutto.
3. Carattere e complessità: Rispetto a una lager industriale semplice, una birra luppolata artigianale ha decisamente più personalità. Ogni luppolo aggiunge un carattere specifico: un’IPA col luppolo Citra avrà una “firma” diversa da una col Cascade. Inoltre i birrai spesso mixano più luppoli creando blend complessi di aromi (es. agrumi + pino + passion fruit). Questa ricchezza organolettica stimola il palato e la mente: degustare una IPA di qualità significa percepire strati di sapori che evolvono dal primo impatto aromatico all’amaro di fondo. Gli amanti della birra trovano in ciò una complessità paragonabile a quella di vini o distillati di pregio. In altre parole, le birre luppolate hanno elevato l’esperienza di bere birra a qualcosa su cui riflettere e discutere, non solo dissetarsi.
4. Storia e “ribellione”: C’è anche un fattore culturale. Le IPA artigianali sono diventate simbolo del movimento craft, in contrapposizione alle birre commerciali standardizzate. Bere (e produrre) una birra ultra-luppolata è stato per anni un gesto un po’ ribelle, da pionieri contro il piattume delle lager industriali. Molti appassionati si sono innamorati di questo spirito. Oggi la ribellione è mainstream, ma rimane un certo orgoglio nel preferire “l’amaro vero” di una IPA ad una bionda senz’anima.
Detto ciò, va ricordato che il gusto è soggettivo: non a tutti piace l’amaro intenso. Alcuni preferiranno sempre birre maltate o dolci. E va benissimo così! Il bello della birra artigianale è la varietà. Le birre luppolate però meritano almeno un assaggio curioso, perché rappresentano una parte fondamentale dell’odierno mondo birrario. Vediamo allora come iniziare ad apprezzarle senza rimanere sopraffatti dall’amaro.
Consigli per iniziare: birre luppolate leggere e aromatiche
Affrontare una doppio malto super amara come primo approccio potrebbe scoraggiare. Il trucco per imparare ad amare le birre luppolate è partire gradualmente, scegliendo birre dove l’aroma è in primo piano e l’amaro è contenuto o bilanciato. Ecco alcuni consigli pratici:
Inizia dalle Pale Ale o Session IPA: Queste due categorie sono ideali per farsi il palato. Le APA (American Pale Ale) hanno profilo aromatico simile alle IPA ma corpo e grado alcolico minori e di solito amarezza più moderata. Una APA artigianale italiana tipicamente sta sui 5% vol e 30-40 IBU, offrendo già profumi agrumati invitanti ma senza l’amaro “che spacca”. Le Session IPA sono versioni alleggerite delle IPA classiche, con gradazione intorno a 4-4,5% e luppolatura intensa ma meno amaro finale. Il termine “session” indica proprio che se ne può bere in quantità senza affaticare il palato. Assaggiare queste birre permette di abituarsi agli aromi di luppolo – che spesso conquistano subito i nuovi arrivati – tenendo l’amaro sotto controllo.
Prova un’Italian Pilsner: Stile in voga ultimamente, l’Italian Pilsner è una lager chiara dry-hopped (luppolata a freddo) con luppoli continentali. In parole povere, è una pils leggera e fresca con un boost di aroma erbaceo e floreale, amaro fine. Birre come la Tipopils di Birrificio Italiano sono ottime per i neofiti: corpo snello, gradazione sui 5%, amaro percettibile ma gentile, grande bevibilità. Regalano un primo assaggio di “luppolatura nobile” senza shock. Da qui poi si può passare a APA e IPA più spiccate.
Scegli birre luppolate fruttate più che resinose: I luppoli non sono tutti uguali nel carattere. Alcune vecchie IPA puntavano su luppoli molto resinous e pungenti (es. Chinook, Columbus) dal sapore quasi catramoso e amaro ruvido, poco adatti a un palato inesperto. Oggi molte birre, invece, usano luppoli new school con aromi di frutta tropicale, agrumi dolci, melone, ecc., che risultano più “succosi” e accessibili. Un principiante potrebbe apprezzare di più una IPA italiana dry-hopped con Mosaic e Citra (che dà mango, papaya, arancia) piuttosto che una con solo Centennial (pino e pompelmo amaro). Naturalmente queste sono sfumature da appassionati, ma in genere le NEIPA e le IPA moderne tendono al fruttato e amaro morbido, quindi spesso piacciono di più ai novizi rispetto alle IPA vecchio stile super secche e resinose.
Attenzione al grado alcolico: Meglio iniziare con birre luppolate di grado non troppo alto. Una Double IPA da 8-9% vol ha un impatto gustativo fortissimo (molto amaro, molto corpo, anche alcool percepibile) che può stancare un non abituato. Meglio stare su birre tra 4% e 6%. In questa fascia rientrano molte APA, session IPA, IPA standard. L’alcool infatti amplifica la percezione dei sapori: è preferibile non sovraccaricare subito il neofita con “too much of everything”.
Bevi le birre fresche: Questo consiglio vale sempre ma ancor più per le birre luppolate. I profumi di luppolo sono molto volatili e l’amaro col tempo si attenua lasciando spazio a note ossidate poco piacevoli (tipo “cartone bagnato”). Una birra luppolata vecchia di molti mesi potrebbe risultare sbilanciata e sgradevole anche per un esperto. Assicurati quindi di acquistare birre fresche (magari verificando la data di imbottigliamento, se indicata, o scegliendo birre di cui sai l’arrivo recente in negozio). Una IPA bevuta giovane rivelerà tutti i suoi lati migliori e sarà più facile da amare.
Seguendo questi accorgimenti, il primo impatto con le birre luppolate sarà sicuramente positivo. Ma per rendere ancora più concreti i consigli, nel prossimo paragrafo indichiamo alcune birre artigianali italiane luppolate adatte ai principianti, facilmente reperibili e dal profilo “friendly” per chi sta iniziando.
Esempi di birre luppolate italiane adatte ai principianti
Orientarsi fra le tante etichette può essere difficile, quindi facciamo qualche nome specifico di birre italiane luppolate che un neofita potrebbe provare. Si tratta di birre di qualità, apprezzate anche dagli esperti, ma caratterizzate da equilibrio e bevibilità tali da risultare accessibili.
- Baladin “Nazionale” (4,8% vol) – È una blonde ale realizzata solo con ingredienti italiani, tra cui varietà di luppolo coltivate in Piemonte. Al naso offre un bouquet delicato di fiori di campo e agrumi, in bocca è maltata leggera con un finale amarognolo contenuto. Perfetta porta d’ingresso: molto profumata ma non estrema. Essendo diffusissima (Baladin è uno dei birrifici artigianali più grandi), si trova facilmente in bottiglia o alla spina. L’amaro è lieve (circa 18-20 IBU), quindi ideale per abituare lentamente il palato, mentre i profumi di luppolo italiano incuriosiscono subito.
- Birra del Borgo “Lisa” (5% vol) – Un’altra Italian pale lager dry-hopped, dal birrificio del Borgo. Ha la particolarità di usare grano Senatore Cappelli e bucce d’arancia, ma soprattutto luppolo in infusione a freddo che regala un aroma agrumato invitante. Al sorso è fresca, con amaro quasi impercettibile. In pratica è una lager artigianale molto aromatica: chi è abituato alle lager commerciali la troverà immediatamente più ricca di profumo (arancia, spezie) ma ugualmente facile da bere. Un ottimo passo iniziale prima di passare alle ale.
- Rurale “Seta Special” (5% vol) – Il Birrificio Rurale (Lombardia) produce questa American Wheat leggermente luppolata. È una birra chiara di frumento, che unisce la scorrevolezza del malto di frumento a un dry hopping con luppoli americani agrumati. Il risultato è una birra velata, morbida al palato, con sentori di agrumi, ma dal finale pulito e appena amarognolo. La Seta Special è spesso consigliata a chi non ha mai bevuto IPA, perché fornisce un “antipasto” di luppolatura in un contesto molto morbido e rinfrescante.
- Brewfist “Spaceman” (7% vol) – Questa è una IPA vera e propria, icona del birrificio Brewfist, tra le prime IPA italiane di successo internazionale. Perché citarla per i principianti? Perché nonostante i 7 gradi e l’amaro consistente, è notoriamente bilanciata e gradevole. Profumi di pompelmo e frutta tropicale, corpo snello, amaro deciso ma pulito. È un esempio di IPA West Coast ben fatta ma non “estrema”. Molti appassionati italiani ricordano Spaceman come la prima IPA amata. Se hai già provato le birre più leggere e vuoi fare il passo successivo nel mondo luppolato, Spaceman potrebbe essere la scelta giusta per capire come deve essere una IPA classica equilibrata.
- Menaresta “Pan-Negar” (5.5% vol) – Un caso un po’ diverso: è una Black Pale Ale (o Black IPA session) della Brianza, scura di colore ma luppolata floreale. La citiamo perché ha vinto premi ed è molto particolare: unisce note tostate leggere del malto (ricorda vagamente il pane di segale) a un aroma di luppolo europeo erbaceo. L’amaro è contenuto. Può attrarre chi magari è abituato a bere stout scure ma vuole sentire anche l’aroma di luppolo – qui in forma delicata. Una birra didattica per capire che “luppolato” non significa per forza chiaro e agrumato: ci sono interpretazioni anche su birre brune molto interessanti.
- Extraomnes “Zest” (5.3% vol) – Una Belgian Blonde Ale prodotta con luppoli anglosassoni che conferiscono un marcato aroma agrumato (da cui il nome Zest). È un ibrido tra tradizione belga (lievito che dà note speziate e pepate) e luppolatura da IPA moderata. Risultato: birra profumata di scorza d’agrumi e spezie, corpo medio, finale asciutto e amarognolo q.b. Zest è stata per molti la “svolta” verso le birre luppolate grazie al suo mix di familiarità belga e novità di luppolo. Un neofita la troverà intrigante ma non aggressiva.
Tutte queste birre hanno in comune la volontà di far emergere l’aroma del luppolo senza strafare con l’amaro. Provandole in sequenza (magari in giorni diversi per non affaticare il palato) si può gradualmente allenare l’olfatto a riconoscere i profumi e le papille ad apprezzare quel filo di amaro come gradevole. Il bello è che molte di esse sono disponibili in bottiglia o lattina presso beershop, enoteche fornite o siti online, quindi facilmente reperibili.
Un ulteriore suggerimento: quando assaggi una birra luppolata, prova a leggere l’etichetta o informarti sui luppoli usati. Spesso sono indicati (es. “luppoli: Cascade, Citra”). Col tempo inizierai a notare che ad esempio le birre con Citra e Mosaic tendono ad avere un certo bouquet tropicale, quelle col Saaz un timbro più erbaceo, e così via. È un gioco divertente che aggiunge consapevolezza alla degustazione.
Come degustare una birra luppolata
Ora che hai scelto la tua birra luppolata “da principiante” e sei pronto ad assaggiarla, ecco qualche consiglio su come servirla e degustarla al meglio, in modo da goderne appieno senza rimanere spiazzato:
- Temperatura di servizio: evita di servire queste birre troppo fredde. A differenza delle lager industriali (che spesso si bevono ghiacciate), una birra artigianale luppolata va servita fresca ma non gelida. Indicativamente 6-8 °C per APA e IPA leggere, fino a 10 °C per IPA più alcoliche. Una temperatura eccessivamente bassa anestetizza le papille e nasconde gli aromi. Se la birra è in frigo a 4 °C, tirala fuori 5-10 minuti prima di berla. Alla giusta temperatura percepirai molti più profumi e l’amaro risulterà più armonico.
- Bicchiere adatto: usa un bicchiere che concentri gli aromi. Ideale il classico calice a tulipano o anche un Teku (il bicchiere universale da degustazione birra, se lo possiedi). Vanno bene anche bicchieri da IPA a forma di vaso con bordo stretto. Evita invece boccali aperti o pinte non svasate, che disperdono l’olfatto. Ricorda di versare la birra inclinando il bicchiere e formando un paio di dita di schiuma: la schiuma serve a veicolare gli aromi del luppolo verso il naso.
- Osserva e annusa: prima di bere, avvicina il naso e inspira profondamente. L’aroma è metà del piacere in una birra luppolata. Prova a identificare qualche profumo: senti agrumi (limone, pompelmo, arancia)? frutta esotica? pino o resina? fiori? Prenditi qualche secondo per apprezzare il bouquet. Questo aiuta anche a preparare il palato all’amaro, perché anticipi mentalmente i sapori.
- Primo sorso moderato: al primo assaggio, fai un sorso piccolo, giusto per bagnare la bocca e abituare lingua e gola. Il primo impatto con l’amaro può far stringere un po’ la gola – con un sorso piccolo ti acclimati. Poi procedi con sorsi normali. Molti trovano che dopo 2-3 sorsi l’amaro “sparisca”, nel senso che le papille si adattano e iniziano a percepire meglio il malto e gli altri sapori dietro al luppolo. Perciò non giudicare mai dal primo sorso: continua e vedrai che la birra “si apre”.
- Non avere fretta tra un sorso e l’altro: lascia che il retrogusto si manifesti. Il bello di queste birre è che dopo la deglutizione persiste un gusto amarognolo sul fondo della lingua, spesso accompagnato da aromi retro-nasali (mentre espiri dal naso senti ancora il pompelmo, per esempio). Questa persistenza è piacevole se ci si concentra: è un aftertaste complesso, diverso dalla semplice amarezza di un caffè. Prenditi qualche secondo, poi passa al sorso successivo. Così alleni anche la tolleranza all’amaro prolungato.
- Abbinala a qualcosa da sgranocchiare: soprattutto le prime volte, accompagnare una birra luppolata con cibo aiuta. L’amaro in birra vuole cibo! Un classico abbinamento facile è con cibi grassi e saporiti: patatine, salumi, formaggi a media stagionatura, una pizza margherita. Questi cibi attenuano la percezione di amaro e il luppolo a sua volta “pulisce” la bocca dal grasso, creando un ciclo gustativo molto gradevole. Ad esempio, provare una IPA con del pecorino semi-stagionato: il salato e la ricchezza del formaggio smorzano il bitter e fanno risaltare l’aromaticità erbacea del luppolo. Se assaggi la birra da sola e ti sembra troppo, prova a prendere un boccone di cibo e poi sorseggiare di nuovo: potresti percepirla in modo più equilibrato.
- Conserva bene le bottiglie/lattine: ultimo consiglio, se acquisti più birre luppolate, conservale al fresco e al riparo dalla luce, e consumale entro pochi mesi. Come detto, il luppolo è delicato. Una cattiva conservazione potrebbe farti trovare una birra spenta o sbilanciata, che non rende giustizia allo stile. Una birra male conservata può risultare più amara (perché ha perso gli aromi che bilanciavano l’amaro). Quindi tienile in frigo o in cantina fresca.
Seguendo queste accortezze, l’esperienza di degustazione sarà massimizzata e sotto controllo. Il tuo obiettivo iniziale dev’essere goderti la birra luppolata, non “sforzarti” di apprezzarla. Se fatta e servita bene, una buona IPA o APA dovrebbe risultare piacevole e dissetante anche al neofita, magari con qualche spunto di sapore inedito su cui riflettere.
Conclusione
Le birre luppolate italiane possono sembrare un mondo a parte per chi è abituato alle classiche bionde, ma con i giusti consigli diventano presto delle ottime compagne di bevute. In questa guida abbiamo visto come capire cos’è una birra luppolata, perché gli appassionati le adorano e quali strategie adottare per iniziare gradualmente ad apprezzarle. Scegliendo birre luppolate adatte ai principianti – come pale ale leggere, Italian pilsner o IPA aromatiche ma equilibrate – è possibile educare il palato poco alla volta, trasformando quella che poteva essere una nota amara sgradita in un piacevole stimolo gustativo.
Ricordiamo i punti chiave: preferire birre fresche e di gradazione moderata, gustarle alla giusta temperatura e magari abbinate a un buon cibo, fare attenzione agli aromi e non spaventarsi dell’amaro iniziale. Seguendo questi accorgimenti, ben presto molti scoprono di essersi “innamorati” dei profumi del luppolo. È un po’ come il caffè: la prima volta può risultare amaro, ma poi diventa irrinunciabile. Allo stesso modo, dopo qualche assaggio potresti ritrovarti a cercare volutamente quel retrogusto amarognolo e a distinguere con soddisfazione un aroma di pompelmo da uno di mango nel tuo bicchiere.
L’Italia offre tante birre luppolate eccellenti e sempre nuove. Da qui in avanti potrai esplorare le IPA italiane più celebrate, le varianti come le Black IPA o le Double IPA, e perché no, provare anche birre luppolate estere per confronto. Ma il consiglio più importante è: ascolta i tuoi gusti. Non tutti devono per forza adorare le IPA super amare – c’è chi dopo averne provate alcune capisce di preferire birre più maltate o acide. Va benissimo: l’importante è ampliare gli orizzonti e conoscere ciò che il panorama birrario offre.
Quindi il nostro invito finale è di non fermarti alla prima impressione: dai una chance alle birre luppolate, assaggiane diverse tipologie, scambia opinioni con altri appassionati. Potresti scoprire un universo di profumi e sapori che nemmeno immaginavi in una “semplice” birra. E se anche alla fine deciderai che non fanno per te, avrai comunque arricchito la tua esperienza e compreso meglio cosa ti piace davvero. In ogni caso, il viaggio ne sarà valso la pena!
Brinda con curiosità e ricorda: la birra artigianale è un mondo di scoperte continue. Oggi è il luppolo, domani potrebbe essere il malto affumicato o i lieviti selvaggi. Assaggia, esplora e divertiti responsabilmente, la cultura della birra è un percorso da gustare sorso dopo sorso. Cheers!
Link esterno utile: se vuoi approfondire ulteriormente l’argomento luppolo e birre luppolate, ti consigliamo questo articolo informativo su Wikipedia dedicato alle IPA (India Pale Ale)it.wikipedia.org, dove troverai dettagli sulla storia e le caratteristiche di questo stile simbolo delle birre luppolate. Leggerlo potrà darti un contesto storico e culturale che arricchirà la tua degustazione. Buona lettura e buona degustazione!

Super utile l’elenco delle birre. Ho ordinato Nazionale online, arriva domani. Non vedo l’ora!
Ma davvero l’amaro sparisce dopo 2-3 sorsi? Ci credo poco… proverò stasera con una Session IPA.
@BeerNoob fidati, è così. Il palato si abitua. Poi non torni più indietro
Ho abbinato la Zest a del pecorino: combo perfetta! Consiglio anche di leggere l’articolo sugli abbinamenti. Grazie per i tooltip, chiarissimi!
Grande guida! Ho iniziato con la Lisa e ora sono passato a Spaceman. Finalmente capisco cosa significa “dry-hopping”. Grazie!