Classifica migliori pub di Torino: dove la birra artigianale è tradizione e innovazione

Torino non è solo cioccolato, auto e misteri sabaudi. La città sta vivendo una rinascita brassicola silenziosa ma potentissima. Nei suoi locali storici e nelle nuove aperture, la cultura della birra artigianale ha trovato un terreno fertile, complice una popolazione curiosa e un tessuto urbano perfetto per l’esplorazione. Scrivere una classifica dei migliori pub di Torino è un’impresa tanto affascinante quanto complessa. Il panorama è in costante evoluzione. Nuovi locali aprono, altri affinano la proposta, i birrifici locali sperimentano. Questo articolo non ha la presunzione di emettere verdetti assoluti. Il suo scopo è diverso. Vuole essere una mappa, una bussola per orientarsi in un universo ricco e variegato. Parleremo di luoghi dove la birra alla spina non è un semplice prodotto ma il cuore di un’esperienza. Analizzeremo locali che curano la scelta dei bicchieri con la stessa attenzione con cui selezionano i luppoli. Posti dove la competenza del personale trasforma un semplice ordine in un mini-corso di degustazione. La selezione che segue nasce dall’osservazione attenta, dal confronto con appassionati e addetti ai lavori, dalla frequentazione assidua di questi luoghi. Tiene conto di fattori oggettivi come la rotazione delle birre, la manutenzione degli impianti, la conoscenza del servizio. Ma non trascura l’atmosfera, la capacità di raccontare una storia, il legame con il territorio. Molto dipende dai gusti personali. C’è chi cerca l’IPA esplosiva di luppoli americani e chi preferisce la complessità maltata di una birra belga. C’è chi ama i locali storici e chi cerca l’estetica industriale delle nuove taproom. Questa guida cerca di abbracciare tutte queste anime. Il suo vero obiettivo è aiutarti a scoprire il pub di Torino che più si avvicina alla tua idea di serata perfetta. Forse troverai conferme. Forse scoprirai angoli che non conoscevi. In ogni caso, avrai nuovi ottimi motivi per esplorare la città con un boccale in mano.

In questo post

La metodologia dietro la scelta: come abbiamo selezionato i pub

Prima di immergerci nella classifica vera e propria, è giusto spiegare i criteri adottati. Creare una lista credibile richiede parametri chiari. Non ci siamo basati sul semplice gusto personale. Abbiamo costruito una griglia di valutazione che include elementi tecnici e qualitativi. La gestione della linea di spillatura è stato un fattore dirimente. Un pub eccellente tratta la propria birra con rispetto. La pulizia delle linee, la corretta pressione della CO2, la temperatura di servizio sono fondamentali. Una birra artigianale mal spillata perde gran parte del suo carattere. Abbiamo valutato la competenza dello staff. I baristi e i camerieri sanno descrivere le birre? Consigliano abbinamenti? Conoscono la differenza tra una American Pale Ale e una West Coast IPA? Questa conoscenza trasforma l’acquisto in un’esperienza educativa. La varietà e rotazione dell’offerta è un altro pilastro. Un buon pub ha birre stabili ma introduce novità costantemente. Mostra attenzione alle stagioni e alle nuove uscite del mercato. L’atmosfera e il concept del locale contano. L’ambiente è accogliente? È adatto a una chiacchierata tranquilla o a una serata tra amici? Il design è curato? Infine, abbiamo considerato il legame con il territorio. Il locale sostiene i birrifici piemontesi e italiani? Racconta una storia? Questi elementi, combinati, disegnano il profilo di un pub di qualità. La nostra classifica mira a premiare chi eccelle in questo mix di fattori. Per un approfondimento su come la qualità della materia prima incida sul risultato finale, puoi leggere la nostra guida sui malti speciali e il loro utilizzo in birrificazione. La scelta dei cereali è il primo passo per una birra memorabile.

Il Baladin Pub: il tempio storico della birra artigianale italiana

Non si può parlare di pub a Torino senza partire da qui. Il Baladin Pub di via Mercanti è un’istituzione. È il luogo dove, negli anni Novanta, Teo Musso ha iniziato a scrivere la storia della birra artigianale italiana. Entrare qui è un po’ come visitare un museo vivente. Le bottiglie storiche esposte, i ricordi appesi ai muri, l’arredamento caldo in legno raccontano decenni di passione. Ma questo non è un luogo fermo al passato. È un laboratorio in perenne evoluzione. Alla spina troverai i classici intramontabili della Baladin, come la Nora o la Super. Troverai anche sperimentazioni, limited edition e birre in collaborazione. La gestione tecnica è impeccabile. Ogni bicchiere serve una birra perfetta nel colore, nella schiuma, nella temperatura. Lo staff, spesso formato direttamente in birreria, conosce ogni dettaglio della produzione. Possono raccontarti l’origine dei luppoli, il tipo di maltazione, la filosofia dietro ogni ricetta. L’atmosfera è unica. È un posto dove si incrociano turisti da tutto il mondo, appassionati storici e giovani alla scoperta del craft. È rumoroso, vitale, sempre pieno di energia. Il Baladin Pub non è solo un locale. È il punto zero. È la dimostrazione che un sogno, coltivato con ostinazione, può cambiare le abitudini di consumo di un intero paese. Per capire l’importanza di una fermentazione controllata nella creazione di profili aromatici complessi come quelli delle birre Baladin, esplora il nostro articolo dedicato agli strumenti e ai parametri di questo processo cruciale.

Birrificio Torino: la produzione in città e la taproom di riferimento

Se il Baladin Pub è il tempio, il Birrificio Torino è la casa della produzione cittadina. Nato nel 1996, è uno dei birrifici pionieri in Italia. La sua taproom, situata nello stabilimento di via Parma, offre un’esperienza autentica e diretta. Qui la birra viaggia pochi metri dai tini di fermentazione ai rubinetti. Questo significa freschezza assoluta. L’ambiente è ampio, spartano, con un’anima da fabbrica. I lunghi tavoli in legno favoriscono la socialità. È il posto ideale per assaggiare l’intera gamma del birrificio in versione alla spina. Dalla storica Via dei Mille (una Kölsch leggera e bevibile) alla più corposa Ambrata o alla Bock. La proposta è legata alla tradizione tedesca ma con una chiara identità torinese. Il personale, spesso composto da chi in birrificio ci lavora, è entusiasta e disponibile a spiegare i processi. In alcune sere è possibile fare brevi visite guidate alla produzione. Questo contatto diretto con il mondo della fabbricazione della birra è un valore aggiunto enorme. Ti fa apprezzare il lavoro dietro ogni sorso. Il Birrificio Torino rappresenta l’altra faccia della medaglia rispetto al Baladin. Meno sperimentazione globale, più radicamento territoriale e fedeltà a stili classici. È un luogo senza fronzie, dove la qualità della birra è l’unico vero protagonista. La sua offerta è un ottimo esempio di come si possa costruire una core range solida e riconoscibile, argomento che trattiamo in un approfondimento sulle strategie di assortimento per birrifici.

The Dog Star: l’approccio anglosassone e la cura maniacale del dettaglio

Cambiamo completamente atmosfera. The Dog Star, in via Berthollet, riprende il modello del pub britannico e lo eleva a forma d’arte. L’ambiente è piccolo, raccolto, con pochi tavoli e un lungo bancone in legno scuro. L’illuminazione è calda. La selezione di birre alla spina è limitata ma curatissima. Non troverai venti rubinetti, ma sei o sette scelte eccellenti. Spazio a birre artigianali italiane di piccoli produttori e a qualche perla internazionale. La rotazione è frequente. Il vero punto di forza è la maniacale cura dell’impianto di spillatura. Il proprietario, Matt, è un perfezionista. Ogni birra viene servita nel bicchiere giusto, con la giusta angolazione di spillatura, con una schiuma perfetta. La pulizia delle linee è un rituale sacro. Questo si traduce in una purezza di gusto rara da trovare. Il locale è anche un negozio di bottiglie. Lo scaffale laterale è una miniera di tesori, con etichette rare e stagionali da tutto il mondo. L’atmosfera è intima, quasi da club privato. È un posto per conversare, per assaggiare con lentezza, per farsi consigliare. The Dog Star non fa rumore, non cerca i grandi numeri. Puntando tutto sulla qualità estrema, ha conquistato la fedeltà di una cerchia di intenditori. Per un locale come questo, la gestione del lievito è conoscenza fondamentale per garantire la freschezza e la vitalità delle birre proposte, un tema che affrontiamo nella nostra guida pratica.

Mastro Birraio: la bottega specializzata e la passione didattica

Mastro Birraio, con le sue due sedi (una in via Principe Tommaso e l’altra in via Cibrario), ha un’anima diversa. È una bottega della birra che è anche un pub. La vista principale è dedicata alla vendita di bottiglie, ma al bancone trovi sempre qualche rubinetto attivo. La selezione in bottiglia è sterminata e ben organizzata. È un posto dove perdersi per ore tra scaffali pieni di birre da ogni angolo del mondo. Il personale è estremamente competente e appassionato. Amano spiegare, consigliare, far scoprire nuovi stili. Organizzano regolarmente serate di degustazione tematiche, presentazioni con birrifici, corsi per homebrewer. Questo approccio didattico è il suo marchio di fabbrica. Alla spina, l’offerta spazia dalle classiche italiane alle novità internazionali. È un luogo ibrido, perfetto per chi vuole comprare qualcosa da portare a casa ma anche per chi cerca un aperitivo informale con una birra d’autore. L’atmosfera è quella di un negozio di quartiere, familiare e accogliente. Mastro Birraio svolge un ruolo fondamentale nell’ecosistema torinese. È un educatore, un promotore di cultura brassicola. Trasforma i curiosi in appassionati e gli appassionati in intenditori. Per chi, ispirato da questa passione, volesse avvicinarsi alla produzione domestica, offriamo una guida completa all’homebrewing che parte dalle basi.

Hacker Pschorr: la tradizione bavarese rivisitata in chiave torinese

Il legame tra Torino e la cultura mitteleuropea è storico. Hacker Pschorr, in via Santa Giulia, lo celebra dedicando uno spazio intero alle birre tedesche, in particolare a quelle della famosa birreria di Monaco. Non è un semplice beer bar. È una birreria che ricrea l’atmosfera di un locale bavarese. Arredi in legno massiccio, stucchi alle pareti, lampadari in ferro battuto. Alla spina, ovviamente, solo specialità Hacker-Pschorr: la Helles chiara e maltata, la Dunkel scura e tostata, la Weisse rinfrescante di frumento. La particolarità è che molte di queste birre vengono prodotte a Monaco e spedite in fusto, garantendo autenticità. La gestione della spillatura segue i rigidi standard tedeschi. Il personale indossa i tipici costumi e conosce alla perfezione le caratteristiche di ogni stile. Il menù propone anche piatti della tradizione bavarese, come pretzel giganti e würstel, perfetti per gli abbinamenti. Hacker Pschorr non è un locale per cercare l’ultima IPA hop-burstata. È un’esperienza immersiva in una tradizione brassicola secolare. È il posto giusto per assaggiare come dovrebbero essere veramente una lager o una weissbier. Dimostra che la qualità sta anche nella fedeltà a standard precisi e nella capacità di eseguirli perfettamente. L’importanza dell’acqua nel profilo di uno stile birrario è centrale per replicare queste birre tradizionali, come spieghiamo in un nostro approfondimento tecnico.

Qvinto Beer & Food: l’abbinamento gourmet e la selezione curatissima

In pieno quadrilatero romano, Qvinto Beer & Food eleva il concetto di beer bar a livello gourmet. L’ambiente è elegante ma non formale, con una bella mescolanza di materiali moderni e riferimenti industriali. Il focus qui è duplice: una selezione di birre artigianali di altissimo livello e una cucina ricercata che dialoga con esse. La carta delle birre, sia alla spina che in bottiglia, è un viaggio tra le eccellenze mondiali. Si trovano birre da窖ratazione, sour complesse, imperial stout di lusso, ma anche pilsner perfette. Lo staff sommelier è in grado di guidare l’abbinamento con i piatti del menù, che spaziano dalla tradizione piemontese rivisitata a creazioni più internazionali. Non è raro trovare menu degustazione dedicati. Qvinto dimostra che la birra artigianale ha la stessa dignità e potenziale di abbinamento del vino. È un locale per una cena speciale, per un appuntamento importante, per celebrare un’occasione. I prezzi sono in linea con l’offerta di qualità. Questo approccio ha contribuito a cambiare la percezione della birra in contesti gastronomici raffinati. Per chi volesse approfondire l’arte di abbinare la birra al cibo, abbiamo una guida specifica sui abbinamenti con i formaggi, un classico che trova qui la sua massima espressione.

Spazio Mitologico: l’avanguardia e la sperimentazione pura

Per chi cerca il confine estremo della birra, Spazio Mitologico è una tappa obbligata. Più che un pub, è un collettivo, un laboratorio, un luogo di culto per le birre selvatiche e acide. Il locale, in via Lanfranchi, è spoglio, essenziale, con un’aria da scantinato post-industriale. L’offerta è volutamente di rottura. Non troverai IPA o lager. Troverai birre a fermentazione spontanea, lambic, gueuze, sour fermented con frutti incredibili, birre invecchiate in botti di vino o spiriti. I produttori sono spesso piccolissimi birrifici italiani ed europei specializzati in questo niche. Lo staff è composto da veri e propri adepti di questo mondo. Spiegano con pazienza la differenza tra un Brettanomyces e un Lactobacillus, raccontano le storie delle blenderie belghe, suggeriscono percorsi di avvicinamento a chi non è abituato a questi sapori. Spazio Mitologico è un luogo per palati coraggiosi e per chi vuole esplorare la birra artigianale come espressione artistica pura. È un’esperienza che stimola e a volte provoca. È la dimostrazione che il mondo del craft beer ha un’avanguardia vivace e intellettualmente stimolante. La produzione di una birra acida semplice attraverso la tecnica del kettle sour è un primo passo per comprendere questo universo, come illustriamo nella nostra guida pratica per microbirrifici.

La Drogheria: l’atmosfera vintage e la proposta accessibile

Torniamo con i piedi per terra in un locale dall’atmosfera unica. La Drogheria, in via San Pio V, ricrea l’ambiente di una vecchia drogheria degli anni Cinquanta. Scaffali in legno pieni di oggetti vintage, mobili d’epoca, luce soffusa. L’atmosfera è caldissima e informale. La proposta birraia è semplice ma di qualità. Qualche rubinetto con birre artigianali scelte con gusto, spesso italiane, e una buona selezione in bottiglia. I prezzi sono contenuti. È il posto perfetto per una birra senza pretesi ma buona, magari accompagnata da un tagliere di salumi e formaggi. La location, vicino al Parco del Valentino, la rende ideale per una pausa dopo una passeggiata. La Drogheria non vuole essere il tempio della birra più estrema. Vuole essere il pub di quartiere che tutti vorremmo avere sotto casa. Accogliente, familiare, con un’identità forte. Ricorda che il piacere di una birra sta anche nel contesto in cui la si beve. Perfetto per chi cerca una serata tranquilla, lontano dal caos dei locali più trendy. La filosofia di questo locale si avvicina all’idea di birra da sessione, stili ad alta bevibilità su cui abbiamo scritto una guida dedicata all’equilibrio tra corpo e drinkability.

Altri locali da tenere d’occhio: menzioni speciali

La scena torinese è ricca e merita altre menzioni. Birrabacia, in zona San Salvario, è un piccolo locale con un’ottima rotazione di birre alla spina e un’atmosfera giovane e vivace. Taberna Libraria, nel centro storico, è un concept unico: una taverna letteraria dove gustare birre selezionate circondati da libri. Barber Shop, come suggerisce il nome, è un barbiere che di sera si trasforma in un accogliente beer bar con qualche rubinetto di qualità. Zest, in via Bonelli, punta su una selezione piccola ma preziosa, con un’attenzione particolare alle etichette nord-europee. Ognuno di questi locali contribuisce a rendere variegato e interessante il panorama. Esplorarli tutti è parte del divertimento. Ogni quartiere sembra avere la sua perla dedicata agli appassionati di craft beer.

Cosa rende un pub veramente grande: parametri di valutazione

Dopo aver esplorato questi locali, possiamo tirare le fila. Cosa distingue un buon pub da uno eccellente? Alcuni elementi sono ricorrenti. La formazione continua dello staff è forse il più importante. La conoscenza non può essere superficiale. Deve spingersi fino alla comprensione dei processi produttivi e delle caratteristiche sensoriali. La manutenzione dell’impianto di spillatura è un dovere etico verso il birrificio e il cliente. Birra sporca significa tradire il lavoro di mesi. La capacità di creare comunità è un valore aggiunto. Un grande pub non vende solo birra, crea connessioni, organizza eventi, diventa un punto di riferimento. La curiosità nella selezione. Non fermarsi ai nomi più famosi, ma andare a scovare le novità, sostenere i piccoli produttori, osare con stili inconsueti. Infine, l’autenticità. Un pub deve avere una sua anima, una storia da raccontare, un’atmosfera coerente con la proposta. Copiare un modello di successo non basta. Questi sono i parametri che abbiamo tenuto in maggiore considerazione. Per un gestore di pub, la scelta del frigorifero espositivo ideale è una decisione tecnica cruciale che influenza direttamente la qualità del prodotto servito, come spiegato nella nostra guida medico-scientifica.

La birra artigianale a Torino: un mercato in salute

Il successo di questi locali non è casuale. Rispecchia un mercato della birra artigianale a Torino maturo e in crescita. I consumatori sono sempre più informati e esigenti. Non si accontentano di una birra industriale. Cercano storie, territori, artigianalità. I birrifici piemontesi, a loro volta, producono birre di altissima qualità, sperimentando con materie prime locali. Questo circolo virtuoso alimenta l’offerta dei pub. La città, con la sua vocazione internazionale, è anche un ottimo banco di prova per birre straniere. Eventi come il Torino Beer Festival o le iniziative promosse dai singoli locali tengono alta l’attenzione. Il futuro sembra puntare su una maggiore specializzazione. Alcuni pub si concentreranno su nicchie specifiche (sour, birre da窖ratazione), altri rafforzeranno il legame con il territorio, altri ancora investiranno sulla componente gastronomica. La birra artigianale a Torino non è una moda passeggera. È diventata parte del tessuto culturale e sociale della città. Per avere un quadro completo delle tendenze emergenti nel consumo di birra, a Torino come nel resto del mondo, il nostro report offre dati e analisi aggiornate.

Domande frequenti sui pub di Torino

D: Qual è il pub più antico dedicato alla birra artigianale a Torino?
R: Senza dubbio il Baladin Pub, aperto nel 1996 da Teo Musso. È considerato il primo pub in Italia interamente dedicato alla birra artigianale e ha svolto un ruolo pionieristico fondamentale.

D: Esistono pub a Torino che producono birra direttamente in loco?
R: Sì, il Birrificio Torino ha la propria produzione e la taproom nello stesso stabilimento in via Parma. Altri locali, come alcuni dei menzionati, possono avere piccoli impianti di produzione o collaborano strettamente con birrifici per produzioni in esclusiva, ma la vera produzione su scala avviene principalmente in birrifici dedicati.

D: Quale zona della città è più ricca di pub per appassionati di birra?
R: Non c’è una zona unicamente dedicata. Il centro storico (attorno a via Mercanti, piazza Castello) ospita locali storici. San Salvario e Vanchiglia sono quartieri con una vivace vita notturna e offrono diverse opzioni. La vera ricchezza sta nella distribuzione capillare in diversi quartieri.

D: È necessario prenotare per andare in questi pub?
R: Per la maggior parte dei pub elencati, non è necessaria la prenotazione, soprattutto per un semplice drink. Fanno eccezione locali come il Qvinto Beer & Food, dove è consigliabile prenotare per cena, o serate speciali con eventi e degustazioni guidate organizzate da altri locali.

D: Questi pub hanno anche una buona selezione di birre in bottiglia?
R: Assolutamente sì. Locali come The Dog Star, Mastro Birraio e Spazio Mitologico hanno eccellenti selezioni in bottiglia, spesso con etichette rare. Anche il Baladin Pub e Qvinto hanno scaffali ben forniti.

D: Organizzano eventi o degustazioni tematiche?
R: Moltissimi di questi pub hanno un calendario attivo di eventi. Mastro Birraio è noto per i suoi corsi. Spazio Mitologico per le presentazioni di birre selvatiche. Baladin e Birrificio Torino per i lancio di nuove birre. È bene seguire le loro pagine social per rimanere aggiornati.

D: Ci sono pub adatti a chi non è un grande esperto di birra?
R: Certamente. Locali come La Drogheria o le taproom come quella del Birrificio Torino hanno un’atmosfera molto accessibile. Lo staff di Mastro Birraio o The Dog Star è comunque sempre disponibile a guidare i principianti con spiegazioni chiare, senza alcuna supponenza.

Fonte esterna autorevole: Per una visione globale degli standard qualitativi e delle pratiche nel mondo della birra artigianale, si consiglia la consultazione dei documenti tecnici pubblicati dall’Institute of Brewing and Distilling (IBD), organismo internazionale di riferimento per la formazione e la certificazione professionale nel settore.

tl;dr

Questa guida presenta una selezione dei migliori pub di Torino per birra artigianale, valutati in base a criteri come la qualità della spillatura, la competenza dello staff, la varietà dell’offerta e l’atmosfera. Dai locali storici come il Baladin Pub e il Birrificio Torino alle realtà più innovative come Spazio Mitologico e Qvinto Beer & Food, il panorama torinese offre esperienze diversificate per tutti i gusti. La scena craft beer della città è matura e in crescita, con pub che fungono da punti di riferimento culturale e sociale per appassionati e curiosi.

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4 commenti

  1. Articolo utilissimo! Sono stato al Baladin Pub la scorsa settimana e confermo tutto: atmosfera incredibile e birre impeccabili. Avete considerato anche il nuovo aperto in zona Aurora?

  2. La Drogheria è il mio rifugio preferito! Posto accogliente e prezzi onesti. Però manca una menzione per il Birrificio Torino: secondo me dovrebbe essere più in alto in classifica!

  3. Da homebrewer apprezzo molto la sezione sulla metodologia. La pulizia delle linee è fondamentale! Consiglio a tutti di leggere il report sulle tendenze che avete linkato, molto interessante.

  4. Grazie per la guida! Sono un novizio del craft beer e ho trovato le spiegazioni chiare e i consigli pratici. Proverò prima il Mastro Birraio per farmi consigliare.

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