L’idea di aprire un pub può sembrare la realizzazione di un sogno. Si immagina l’atmosfera accogliente, i clienti soddisfatti, il brusio delle conversazioni mescolato al suono dello spillatore che versa una birra perfetta. Tuttavia, tra il sogno e la realtà si frappone una fase progettuale complessa e, soprattutto, una serie di investimenti economici da pianificare con estrema precisione. Arredare un pub non significa semplicemente acquistare tavoli e sedie. Significa costruire un ambiente funzionale, sicuro, accattivante e in linea con le normative, dove ogni elemento contribuisce all’esperienza del cliente e all’efficienza del lavoro del personale. La domanda “quanto costa arredare un pub” non ha una risposta univoca. Il range è ampio e dipende da innumerevoli variabili: la dimensione del locale, la posizione, il concept scelto, la qualità dei materiali e la provenienza degli arredi. Questo articolo non ha la pretesa di fornire un preventivo preciso, ma vuole essere una mappa dettagliata per orientarsi nel panorama delle spese. L’obiettivo è elencare, analizzare e spiegare ogni potenziale costo, offrendo spunti di riflessione e strategie per ottimizzare l’investimento iniziale. Partiamo da un principio fondamentale: il budget per l’arredo e l’allestimento di un pub può variare da poche decine di migliaia di euro per un locale piccolo e essenziale, fino a superare abbondantemente i duecentomila euro per un progetto ambizioso, ricercato e di grandi dimensioni. La differenza la fanno le scelte.
In questo post
- Analisi preliminare e costi progettuali
- Il cuore del pub: l’area bar e l’impianto birra
- L’arredo della sala: tra atmosfera e funzionalità
- Cucina e back office: gli spazi invisibili ma cruciali
- Illuminazione, impianti e allestimento finale
- Costi accessori e imprevisti: il fondo cassa
- FAQ sui costi per arredare un pub
Analisi preliminare e costi progettuali
Prima di acquistare il primo mobile, è indispensabile una fase di studio. Questo passaggio spesso viene sottovalutato, ma può evitare errori costosissimi. Il concept è tutto. Definire il tipo di pub che si vuole aprire (un tradizionale pub inglese, una moderna taproom dedicata al craft, un locale a tema, un brewpub con produzione in loco) guiderà ogni successiva decisione stilistica e di budget. A questa fase concettuale segue spesso l’intervento di professionisti. Un architetto o un interior designer specializzato nel settore food & beverage può tradurre la vostra idea in un progetto esecutivo, ottimizzando gli spazi, rispettando le normative e scegliendo materiali idonei all’uso intensivo. Il costo per una progettazione di un pub completo, comprendente planimetrie, rendering, direzione lavori e pratiche comunali, può oscillare tra il 5% e il 15% del costo totale dei lavori. Per un investimento medio, ci si può attendere una spesa che va dai 5.000 ai 20.000 euro. Questo costo non è un optional di lusso, ma un investimento che garantisce coerenza, sicurezza e spesso un risparmio in fase di realizzazione, evitando modifiche in corso d’opera. Contemporaneamente, bisogna considerare le spese burocratiche: il deposito del progetto in Comune, le eventuali pratiche per il cambio di destinazione d’uso dei locali, la SCIA. Questi costi amministrativi possono ammontare a qualche migliaio di euro, a seconda della complessità della situazione e dei regolamenti locali. Una volta chiarito il progetto, si può passare alla ricerca degli arredi e delle attrezzature, iniziando dal cuore pulsante di qualsiasi pub.
Il cuore del pub: l’area bar e l’impianto birra
L’area bar è il palcoscenico principale, il punto focale dove si svolge il servizio e si crea il primo impatto visivo. La sua progettazione deve bilanciare estetica, ergonomia per il personale e massima funzionalità. Un bancone bar professionale è un investimento importante. I costi variano enormemente in base a materiali (legno massello, laminato, resina, acciaio), lunghezza e dotazioni integrate. Un bancone lineare di misura standard (circa 4-5 metri) con struttura in legno e top in materiale resistente (come lo spesso HPL o il Corian) può costare tra i 3.000 e gli 8.000 euro. Se si opta per un bancone a isola o con forme particolari, i costi lievitano. Al di sotto del bancone, devono essere previsti e allestiti gli scomparti per frigoriferi sottobanco, lavabicchieri, dispenser per bibite, cassonetti per i rifiuti e tutto il necessario. La scelta dei frigoriferi espositivi per la birra è critica. Un frigorifero da banco per bottiglie e lattine può costare tra 1.000 e 3.000 euro. Un frigorifero espositivo verticale con porte in vetro, essenziale per mostrare le birre alla spina e le bottiglie di prestigio, ha un prezzo che parte da 2.500-3.000 euro per modelli base e può superare i 7.000-8.000 euro per versioni di alta gamma, a colonna o angolari, con illuminazione LED specifica e sistemi di controllo climatico avanzati per la perfetta conservazione della birra. La regina dell’area bar è però la birra alla spina. L’impianto di spillatura è un sistema complesso. Il costo dipende dal numero di linee (i “rubinetti”) che si desiderano avere. Un kit base per una o due linee, comprendente una piccola cella frigorifera (armadietto freddo), i tubi in PVC alimentare, i regolatori di pressione e i rubinetti, può partire da 2.500-3.500 euro. Per un impianto più professionale con 4-6 linee, una cella frigorifera separata di maggiori dimensioni e rubinetti di qualità, il budget sale rapidamente a 6.000-12.000 euro. La manutenzione di questo impianto è vitale, e servizi come il servizio di pulizia spillatore birra sono essenziali per garantire sempre la qualità del prodotto servito, un aspetto che un fornitore serio come La Casetta Craft Beer Crew può supportare con programmi dedicati. Accanto allo spillatore, non vanno dimenticati gli accessori: il lavabicchieri professionale (1.000-2.500 euro), la macchina del ghiaccio (1.500-4.000 euro), i sistemi di dosaggio per bibite e soft drink (1.000-2.000 euro) e tutta la vetreria (bicchieri, calici, pint). L’investimento per il solo “cuore” del pub può quindi facilmente superare i 20.000-30.000 euro per un locale medio-piccolo ben attrezzato.
L’arredo della sala: tra atmosfera e funzionalità
La sala è lo spazio in cui i clienti passano la maggior parte del tempo. L’arredo deve essere robusto, confortevole e coerente con il concept. La scelta tra mobili nuovi, di recupero o su misura incide profondamente sul budget. Per un pub tradizionale, si potrebbe optare per tavoli in legno massello e panche robuste. Un tavolo rettangolare per 4/6 persone in quercia o rovere può costare 400-800 euro nuovo, molto meno se restaurato o acquistato di seconda mano. Le sedie sono una voce importante: una sedia da pub comoda e resistente può costare da 80 a 200 euro cadauna. Per 50 coperti, solo per sedie e tavoli, si può spendere tra i 6.000 e i 15.000 euro. I divani, le poltrone e gli elementi di arredo più “comfort” hanno costi unitari più elevati. Oltre ai posti a sedere, bisogna considerare i mobili di contorno: credenze, librerie, espositori per merchandise o per le bottiglie di birra da asporto. Un elemento spesso sottovalutato è l’acustica. In un pub, il rumore di fondo è inevitabile, ma un eccesso di riverbero può rendere l’ambiente sgradevole. L’installazione di pannelli fonoassorbenti estetici (in legno, tessuto o materiali innovativi) può essere necessaria e comportare una spesa aggiuntiva di qualche migliaio di euro. Anche le finiture delle pareti e del pavimento hanno un impatto notevole sul budget e sull’atmosfera. Un pavimento in resina industriale o in grandi piastrelle di ceramica è facile da pulire e resistente, con costi che partono da 50-70 euro al mq. Un parquet in legno o un pavimento in vinile di alta gamma possono costare di più, ma contribuiscono a creare un’atmosfera più calda. La scelta dei materiali deve sempre tenere conto della facilità di pulizia e sanificazione, un aspetto cruciale per la gestione quotidiana e per la sicurezza alimentare.
Cucina e back office: gli spazi invisibili ma cruciali
Se il pub offre anche cucina (dai semplici panini a un menu più strutturato), i costi di allestimento schizzano alle stelle. Una cucina professionale, anche piccola, richiede un investimento importante in attrezzature che devono rispettare severi standard igienici. La lista è lunga: piani cottura, forni (statici, a convezione, a pizza), friggitrici, abbattitori di temperatura, lavastoviglie professionali, banchi frigo per gli ingredienti, celle frigorifere e molto altro. Solo per le attrezzature principali, è realistico preventivare una spesa minima di 25.000-40.000 euro. A questo vanno aggiunti i costi per l’installazione degli impianti di ventilazione e aspirazione (cappa), che possono costare diverse migliaia di euro. Anche il back office, spesso dimenticato, merita attenzione. L’ufficio (o anche solo un angolo organizzato) avrà bisogno di una scrivania, un computer, una stampante fiscale o un sistema POS. I registratori di cassa evoluti o i sistemi POS completi per la gestione di ordini, magazzino e contabilità hanno prezzi che partono da 1.000-2.000 euro per le soluzioni base, fino a 4.000-5.000 euro per quelle più avanzate e integrate. Uno spazio per il personale, con armadietti e un piccolo angolo relax, completa l’allestimento di queste aree operative, fondamentali per il buon funzionamento ma che il cliente non vedrà mai direttamente.
Illuminazione, impianti e allestimento finale
L’illuminazione è la ciliegina sulla torta, capace di trasformare radicalmente l’atmosfera di un locale. Un progetto illuminotecnico ben studiato utilizza diverse tipologie di luce: luce d’accento per evidenziare dettagli (come i rubinetti dello spillatore o una collezione di bottiglie), luce d’atmosfera calda e soffusa sulle tavole, e luce funzionale più intensa nelle zone di lavoro. Il costo per un sistema di illuminazione completo, con corpi luce di design, dimmer e installazione, può variare dai 3.000 agli 8.000 euro e oltre. Gli impianti generali (elettrico, idraulico, di climatizzazione) spesso richiedono un adeguamento o una totale riprogettazione rispetto all’esistente. L’installazione di un impianto di climatizzazione (riscaldamento e raffrescamento) adeguato alla capienza e alla dispersione termica del locale è una voce di spesa ingente, che può facilmente superare i 10.000-15.000 euro. Infine, arriviamo all’allestimento finale, quello che dà personalità: quadri, poster, decorazioni a tema, targhe in legno, oggettistica vintage. Anche la segnaletica, interna ed esterna, ha un costo. L’insegna del pub, realizzata in neon, LED o legno illuminato, può costare tra 1.500 e 5.000 euro a seconda della complessità. Questi elementi, sebbene apparentemente minori, contribuiscono in modo decisivo a creare l’identità visiva del locale e a completare l’investimento nell’arredo del pub.
Costi accessori e imprevisti: il fondo cassa
Oltre alle voci principali, esiste una lunga lista di costi accessori che possono sorprendere chi è alle prime armi. Le licenze software per la gestione (dal POS ai programmi di contabilità), la prima fornitura di prodotti per la pulizia, la biancheria (tovaglie, strofinacci), l’attrezzatura di base per il personale (apribottiglie, cavatappi, carrelli), i costi di collaudo e messa in funzione degli impianti. Una regola aurea nella pianificazione del budget per arredare un pub è prevedere sempre un fondo per gli imprevisti, pari almeno al 10-15% del budget totale stimato. Ritardi nelle consegne, modifiche obbligate in corso d’opera, problemi tecnici emersi durante i collaudi sono all’ordine del giorno. Avere una riserva finanziaria per farvi fronte è ciò che distingue un progetto realizzabile da un incubo gestionale. Questo fondo è la garanzia per portare a compimento l’allestimento senza dover fare pericolosi compromessi sulla qualità o sulla sicurezza.
FAQ sui costi per arredare un pub
Quanto costa in media aprire un pub di 100 mq?
Non esiste una media affidabile senza definire il concept. Per un pub di 100 mq con cucina base e arredo di medio livello, l’investimento totale (arredi, attrezzature, impianti, pratiche) può oscillare tra 80.000 e 150.000 euro. Senza cucina, la forbice si abbassa probabilmente a 50.000 – 100.000 euro.
È meglio comprare arredi nuovi o usati?
Dipende dal concept e dal budget. L’usato di qualità (soprattutto per banconi, tavoli e sedie) può far risparmiare fino al 50-70%, conferendo anche un carattere autentico. Per attrezzature tecniche come frigoriferi, lavabicchieri o impianti di spillatura, è spesso consigliabile il nuovo, per avere garanzia e conoscere la storia della manutenzione.
Qual è la voce di costo più sottovalutata?
Sono due: la progettazione acustica (i costi per rimediare a un locale rumoroso sono alti) e l’adeguamento degli impianti (elettrico, idrico, climatizzazione). Spesso i locali esistenti non sono predisposti per i carichi di una cucina o di un banco bar.
Quanto incide l’impianto di spillatura sul budget?
Per un pub che punta sulla birra, l’impianto di spillatura (compresi frigoriferi espositivi) può rappresentare dal 15% al 25% del budget totale di allestimento. È un investimento fondamentale per la qualità del prodotto servito.
Posso avere un fornitore unico per arredi e attrezzature?
Esistono aziende specializzate nel settore dell’hosting che offrono soluzioni chiavi in mano. Questo può semplificare il processo e a volte portare a economie di scala. Tuttavia, confrontare più fornitori per le singole voci (arredi, attrezzature bar, cucina) resta la strategia per ottimizzare al massimo il budget.
Strategie di risparmio e pianificazione finanziaria
Dopo aver analizzato le singole voci di costo, è lecito chiedersi dove e come sia possibile contenere la spesa senza compromettere la qualità e la sicurezza del locale. La risposta non sta nel cercare il prodotto più economico in assoluto, ma nell’adottare una strategia oculata che distribuisca le risorse in modo intelligente. Una prima leva potente è la differenziazione tra ciò che deve essere necessariamente nuovo e di alta gamma e ciò che può essere recuperato o acquistato in economia senza impatti negativi. Per esempio, investire in un impianto birra professionale e in frigoriferi espositivi di qualità è fondamentale, perché sono attrezzature che lavorano 24 ore su 24 e da cui dipende l’integrità del prodotto. Un malfunzionamento può rovinare una partita di birra pregiata, con perdite ben superiori al risparmio iniziale. Allo stesso modo, le attrezzature della cucina, se prevista, devono rispettare norme di sicurezza e igiene stringenti. Al contrario, l’arredo della sala può essere un ottimo campo per il risparmio creativo. La ricerca di mobili di seconda mano su piattaforme dedicate, nei mercatini dell’antiquariato o presso aste di fallimento di locali può portare a scoperte uniche a costi molto contenuti. Un tavolo con segni del tempo, una panchina restaurata, una vecchia insegna in metallo possono conferire carattere e autenticità, elementi che un arredo nuovo e standardizzato difficilmente offre. Un’altra strategia è la scelta di materiali semplici ma di effetto. Il compensato strutturale a vista, il ferro industriale, il cemento lucidato sono materiali relativamente economici che, se abbinati con gusto, possono creare ambienti moderni e di tendenza. Anche la scelta del concept influenza il budget. Un pub minimalista o industrial-chic richiederà generalmente un investimento in finiture inferiore rispetto a uno stile classicamente tradizionale con boiserie, rivestimenti in legno pregiato e arredi ricercati.
Un capitolo a parte merita la pianificazione finanziaria. Pochi imprenditori aprono un pub esclusivamente con capitale proprio. Esistono diverse forme di finanziamento a cui è possibile accedere. I mutui chirografari o i prestiti personali possono coprire una parte delle spese, ma spesso hanno tassi non vantaggiosi. Le banche, a fronte di un solido business plan, possono concedere finanziamenti a medio termine specifici per l’avviamento di attività commerciali. Un’alternativa sempre più diffusa è il leasing operativo per le attrezzature. Con un canone mensile, è possibile dotarsi dell’intero impianto di spillatura, dei frigoriferi, delle attrezzature di cucina e persino degli arredi, senza un esborso iniziale elevato. Questo modello ha il vantaggio di trasformare un costo capitale in un costo operativo, migliorando il cash flow nelle fasi più critiche. Inoltre, spesso il contratto di leasing include la manutenzione ordinaria, un altro vantaggio non trascurabile. È essenziale, in questa fase, consultare un commercialista per valutare l’opzione fiscalmente più conveniente per la propria situazione. Non bisogna mai dimenticare che oltre ai costi di arredare un pub, esistono i costi di gestione corrente (affitto o mutuo, utenze, stipendi, forniture) che devono essere coperti dal fatturato. Un esercizio di previsione dei ricavi realistico, basato sull’analisi del mercato locale e del potenziale bacino d’utenza, è il miglior strumento per dimensionare correttamente l’investimento iniziale e scegliere la forma di finanziamento più adatta. Una sottostima dei ricavi può portare a stringere troppo il budget per l’allestimento, compromettendo il risultato finale. Una sovrastima può condurre a investimenti troppo onerosi che peseranno sul ritorno economico per anni.
Il ruolo del fornitore di birra artigianale
In un pub che punta sulla qualità, la scelta del fornitore di birra non è una mera questione di acquisto, ma una vera e propria partnership strategica. Un fornitore specializzato in birra artigianale come La Casetta Craft Beer Crew non si limita a consegnare i prodotti. Può diventare un consulente prezioso in fase di avvio, aiutando a definire l’assortimento più adatto al target di clientela e al concept del locale. La conoscenza dei diversi stili, dalle American Pale Ale alle più strutturate Belgian Dark Ale, permette di costruire una proposta bilanciata tra birre di facile approccio e proposte per intenditori. Un fornitore affidabile garantisce inoltre una fornitura di birra costante e puntuale, con una logistica attenta alla cold chain, la catena del freddo, fondamentale per preservare l’integrità aromatica di ogni birra. Nel contesto dell’arredo, un buon fornitore può offrire supporto tecnico per l’allestimento e la manutenzione dell’impianto di spillatura. Servizi come il servizio di pulizia spillatore birra sono inclusi o proposti a condizioni vantaggiose, assicurando che le linee siano sempre perfettamente igienizzate e che la birra scorra impeccabile dal fusto al bicchiere. Alcuni fornitori supportano anche gli eventi di lancio del locale, fornendo materiale promozionale o organizzando serate di presentazione con i mastri birrai. Questo tipo di collaborazione va ben oltre la transazione commerciale e contribuisce concretamente al successo dell’attività. Per un nuovo gestore, avere un riferimento esperto a cui rivolgere domande tecniche sulla conservazione, sulla temperatura di servizio o sugli abbinamenti con il cibo è un vantaggio competitivo non quantificabile in euro, ma estremamente prezioso.
tl;dr
In sintesi, arredare un pub richiede un investimento che può variare da poche decine di migliaia a oltre duecentomila euro, a seconda di dimensioni, concept e qualità. Le voci principali includono progettazione, area bar con impianto di spillatura, arredo sala, cucina (se presente), impianti e illuminazione. Fondamentali sono una pianificazione attenta, un fondo per gli imprevisti e la scelta di partner affidabili come fornitori di birra artigianale per garantire qualità e supporto.

Articolo molto utile, soprattutto la parte sul fondo per gli imprevisti. Spesso si sottovaluta e poi si rischia di rimanere a secco. Qualcuno ha esperienza diretta su quanto possa costare realmente un impianto di spillatura per 4 linee di qualità?
@Marco B., dipende molto dai rubinetti e dalla lunghezza delle linee. Con materiali professionali si arriva facilmente a 10-12mila come dice Ale_Craft. Sul discorso fornitori, La Casetta Craft Beer Crew la conosco: seri e con un catalogo vasto. Qui trovi una loro recensione.
Io ho aperto un taproom due anni fa e confermo tutte le cifre. L’impianto è stato circa 9000 euro per 5 linee, ma ne vale assolutamente la pena. Consiglio anche di investire in un buon sistema di climatizzazione, d’estate è fondamentale.
Mi chiedo se valga la pena includere la cucina fin da subito o sia meglio partire solo con birra e spuntini. I costi salgono vertiginosamente, ma forse è un investimento necessario per differenziarsi.
Articolo ben fatto! Avrei approfondito anche la parte sui permessi comunali, a volte un vero incubo. Comunque complimenti per la guida.