L’alcol uccide le cellule cerebrali?

Introduzione

Molti luoghi comuni sostengono che bere birra, vino o superalcolici distrugga le cellule del nostro cervello. È un’affermazione che genera timore e che spesso viene ripetuta per scoraggiare il consumo di alcol. Ma che cosa dicono realmente gli studi scientifici? In realtà l’etanolo non ha la capacità di “bruciare” i neuroni, ma può alterare la loro struttura e la loro funzionalità. Le ricerche condotte dal National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism dimostrano che l’alcol interferisce con le vie di comunicazione del cervello e rende più difficile per le aree cerebrali controllare equilibrio, memoria e linguaggio[1]. Anche senza provocare la morte neuronale, un consumo eccessivo riduce le dimensioni delle cellule nervose e può causare alterazioni cognitive durature. In altre parole, il mito va ridimensionato: non basta un brindisi per danneggiare il cervello, ma un abuso cronico è tutt’altro che innocuo.

Per fare chiarezza, questo articolo approfondisce cosa succede nel cervello quando beviamo, quali sono gli effetti di diversi livelli di consumo e come prevenire i danni. Le informazioni qui contenute sono divulgative e non sostituiscono il parere medico: per consigli personali rivolgetevi a un professionista.

In questo post

Miti e realtà sull’alcol e le cellule cerebrali

Origine del mito

La convinzione secondo cui l’alcol ucciderebbe le cellule cerebrali nasce dall’osservazione degli effetti di un’ubriacatura: difficoltà di coordinamento, amnesie temporanee, ridotta capacità di giudizio e problemi di equilibrio. Questi sintomi, pur impressionanti, non implicano la morte dei neuroni. L’Organizzazione NIAAA spiega che l’alcol disturba le vie di comunicazione del cervello e può impedire il trasferimento dei ricordi dalla memoria a breve a quella a lungo termine[2]. Nel breve periodo, quindi, i sintomi derivano dalla reversibile alterazione della comunicazione neuronale, non dalla distruzione di neuroni.

L’articolo divulgativo di Healthline, basato su fonti mediche, sottolinea che non esistono prove che l’alcol uccida le cellule cerebrali: anche se dopo una sbronza possiamo sentirci “rincitrulliti”, gli esperti non ritengono che l’alcol causi direttamente la morte dei neuroni[3]. La stessa fonte ricorda tuttavia che l’alcol è una sostanza neurotossica che influenza il cervello in altri modi e che un consumo elevato comporta rischi seri.

Quando l’alcol diventa pericoloso

Il pericolo non risiede tanto nella bevanda in sé quanto nella quantità consumata. Gli studi distinguono tra consumo moderato, pesante e binge drinking:

Livello di consumo Descrizione Effetti indicativi
Moderato 1 bevanda al giorno per le donne; 1-2 per gli uomini[4] Benessere e rilassamento; effetti transitori
Pesante più di 3 bevande in un giorno (donne) o più di 4 (uomini) Alterazioni cognitive, difficoltà di concentrazione[5]
Binge drinking 4 bevande in <2 h (donne), 5 in <2 h (uomini) Blackout, interferenza nelle vie neurali, rischio di sovradosaggio[6]

Assumere grandi quantità di alcol in poco tempo può provocare blackout: lacune nella memoria dovute al blocco temporaneo del consolidamento dei ricordi nell’ippocampo[7]. Un sovradosaggio di alcol può addirittura compromettere funzioni vitali come respirazione e frequenza cardiaca, con rischio di danni cerebrali permanenti.

Effetti a breve termine dell’alcol sul cervello

Comunicazione neurale e sintomi immediati

Una volta ingerito, l’etanolo entra rapidamente nel flusso sanguigno e raggiunge il cervello in pochi minuti. Gli scienziati spiegano che l’alcol stimola il rilascio di endorfine, producendo una sensazione di benessere. Con l’aumentare della concentrazione di alcol, però, le vie di comunicazione neurale si alterano: possono comparire cambiamenti di umore, difficoltà di coordinazione, linguaggio slurrato e confusione. Tutti questi effetti sono transitori e tendono a scomparire quando l’organismo metabolizza l’etanolo.

Blackout e perdita temporanea di memoria

Gli episodi di blackout avvengono quando la quantità di alcol ingerita impedisce all’ippocampo di trasferire i ricordi dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine. Le persone possono compiere azioni normali ma non ricordarle successivamente. Questo fenomeno non implica la morte dei neuroni, mas segnala un livello di consumo pericoloso.

Effetti a lungo termine e neurogenesi

Atrofia cerebrale e riduzione dell’ippocampo

Ricercatori inglesi hanno osservato che bere regolarmente grandi quantità di alcol provoca atrofia cerebrale, ossia una riduzione del volume del cervello. Uno studio del 2017, citato da Healthline, ha evidenziato che persino un consumo moderato è associato alla riduzione dell’ippocampo, l’area responsabile di memoria e ragionamento. Il grado di restringimento cresce con la quantità consumata: chi beve quattro drink al giorno presenta quasi sei volte più atrofia rispetto ai non bevitori.

Neurogenesi e carenza di tiamina

Anche se l’alcol non elimina i neuroni, può ostacolare la neurogenesi, ovvero la capacità del cervello di creare nuove cellule. Un consumo eccessivo può condurre a una carenza di tiamina, che a sua volta provoca la sindrome di Wernicke-Korsakoff: una malattia neurologica caratterizzata da confusione, perdita di memoria e mancanza di coordinazione. In questi casi, la perdita di neuroni è dovuta alla carenza vitaminica piuttosto che all’etanolo stesso.

Danni reversibili e recupero

La buona notizia è che molti effetti a lungo termine possono essere reversibili: l’astinenza prolungata consente al cervello di recuperare volume e funzionalità nel corso di mesi. Ciò dimostra che intervenire tempestivamente, riducendo o interrompendo il consumo di alcol, è fondamentale per preservare la salute cerebrale.

Consigli per un consumo responsabile

  • Moderazione: Limitare l’assunzione giornaliera a una o due unità alcoliche aiuta a ridurre il rischio di atrofia cerebrale.
  • Alimentazione equilibrata: Una dieta ricca di vitamine e minerali favorisce la sintesi di neurotrasmettitori e contrasta le carenze legate all’alcol.
  • Idratazione: Bere acqua tra un bicchiere e l’altro limita la disidratazione e gli effetti collaterali.
  • Consultare professionisti: In caso di difficoltà a ridurre il consumo o se si sospetta un disturbo da uso di alcol, è consigliato rivolgersi al proprio medico o a un centro specializzato. L’NIAAA mette a disposizione risorse utili per chi vuole smettere[8].
  • Approfondire: Per saperne di più su come scegliere e degustare la birra in modo consapevole, leggi la nostra guida completa sul rapporto tra consumo di alcol e salute.

Conclusione

La frase “l’alcol uccide le cellule cerebrali” semplifica e distorce una realtà più complessa. La ricerca mostra che l’etanolo non provoca la morte immediata dei neuroni, ma influisce sulle loro connessioni e, a lungo andare, può ridurne dimensioni e funzionalità. Evitare o moderare l’alcol protegge il cervello da atrofia, carenze vitaminiche e altre patologie. Se si sceglie di bere birra artigianale, è bene farlo con consapevolezza, valorizzando il piacere della degustazione e privilegiando la qualità. Per ulteriori approfondimenti, il National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism offre schede informative dettagliate.

Fonti e riferimenti

  1. NIAAA – Alcol e cervello: una panoramica
  2. NIAAA – Comunicazione neurale e memoria
  3. Healthline – L’alcol uccide le cellule cerebrali?
  4. Healthline – Definizione del consumo moderato
  5. Healthline – Effetti del consumo pesante
  6. NIAAA – Rischi del binge drinking e sovradosaggio
  7. NIAAA – Blackout indotti da alcol
  8. Healthline – Come chiedere aiuto

tl;dr

Contrariamente al mito popolare, l’alcol non uccide direttamente le cellule cerebrali. Invece, altera le loro connessioni e comunicazioni, portando a effetti a breve termine come blackout e perdita di coordinazione. A lungo termine, un consumo eccessivo può causare atrofia cerebrale (riduzione del volume), ostacolare la formazione di nuove cellule nervose e, attraverso carenze vitaminiche, portare a danni neurologici seri. La moderazione, una buona alimentazione e l’idratazione sono chiave per un consumo responsabile, e molti danni possono essere reversibili con l’astinenza.

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3 commenti

  1. Finalmente un articolo che fa chiarezza! L’ho sempre detto che il classico “ti si bruciano i neuroni” era un’esagerazione. Grazie per aver citato le fonti scientifiche, come il NIAAA.

  2. Articolo interessante, ma mi rimane un dubbio: se l’alcol non uccide i neuroni, perché con l’alcolismo cronico si vedono danni così gravi alla memoria? È solo per la carenza di vitamine?

    • @Lucia, secondo molti studi è una combinazione di fattori: atrofia (le cellule si “restringono”), danni alle connessioni tra neuroni (sinapsi) e, sì, carenze nutrizionali come la tiamina che sono comuni in chi ha una dieta povera a causa dell’alcol. La neurogenesi compromessa fa il resto. Bella spiegazione comunque!

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